L’evasione fiscale è uno dei grandi mali italiani. Sono in molti a pensare che questo fenomeno rappresenti la zavorra più pesante che impedisce all’Italia di crescere dal punto di vista economico. Sicuramente, si tratta di un qualcosa di enorme dal punto di vista numerico. Da un bel po’ di anni i governi che si sono succeduti – soprattutto quelli tecnici – hanno assegnato una certa importanza al tema dell’evasione fiscale.
Molto scalpore ha fatto il blitz dell’Agenzia delle Entrate durante le vacanze di Natale di due anni fa, quando l’ente si rese protagonista di una sortita a Cortina d’Ampezzo e scovò un certo numero di evasori. Ovviamente, l’opera di recupero è continuata nei mesi e negli anni seguenti con metodi più convenzionali.
Qual è il risultato di queste operazioni? Lo Stato è riuscito a contrastare adeguatamente l’evasione fiscale? A rispondere è la stessa Agenzia delle Entrate con uno studio di recente diffusione. La risposta non è propriamente positiva.
Da recuperare ci sono almeno 90 miliardi all’anno. Lo Stato è però riuscita a recuperare solo 13 miliardi – il dato si riferisce all’intero 2013.
Ciononostante, il blitz di Cortina ha sortito alcuni importanti effetti – facendo le giuste proporzioni. Solo quell’episodio ha fruttato 2 milioni di euro, frutto di circa 170 rilevazioni. Di queste, il 70% hanno prodotto un recupero di beni.
Il problema, però, rimane. Non solo dal punto di vista numerico: alcuni stanno cominciando a parlare di evasione di sopravvivenza. Evadere in alcuni casi sarebbe eticamente accettabile. Se questo sentire si difondesse, l’opera di recupero sarebbe ancora più ardua.