Comprare casa, di questi tempi, non è semplice. A gravare sulle possibilità dell’aspirante acquirente vi è la riduzione del potere d’acquisto, causato a sua volta dal generalizzato dall’aumento della disoccupazione. Rilevante è anche la difficoltà a ottenere un mutuo, a causa delle condizioni di lavoro spesso precarie.
C’è però un modo, poco considerato, per acquistare un immobile a un prezzo abordabile: partecipare a un’asta giudiziaria. Molti, infatti, non si fidano di questo strumento e disertano le aste. Meno compitor, ovviamente, vuole dire prezzo finale inferiore rispetto alle aspettative.
Esistono due tipologie di aste, quelle senza incanto e quelle con incanto. Le prime si differenziano dall’immaginario collettivo e prevedono, semplicemente, il rilascio di una cauzione (10% della base) – che verrà resitituita nel caso in cui si uscisse sconfitti dalla contesa – e la realizzazione di una busta con dentro inserito il proprio prezzo. L’asta con incanto, invece, segue i canoni classici, con i tipici rialzi “a voce”.
Perché le aste convengono? Si è già accennato alla generale penuria di “competitori”, essenziale per scongiurare una corsa al rialzo in grado di far lievitare il prezzo. Il motivo più convincente per comprare casa all’aste giudiziaria, però, è rappresentato dal meccanismo di svalutazione. Se l’asta è deserta, il valore base viene decurtato del 25%. Questo può accadere due volte. Se ne deduce che un immobile potrà arrivare a costare la metà rispetto al sua prezzo “originario”, quello che il perito ha stimato “all’inizio dei giochi”.
Importante è anche la possibilità di accendere un mutuo per le case acquistate con l’asta. Per permettere di partecipare fin da subito, infatti, le banche permettono la stipula del finanziamento ancor prima che inizia l’asta. Nel caso in cui l’acquisto, poi, non vada a buon fine, si può fare leva sulla clausola di rescissione.