L’imposta di registro è una delle tasse più “fastidiose” da pagare quando si acquista un immobile. Il motivo di ciò, ovviamente, risiede nell’esborso a cui è costrettp il contribuente. Spesso, infatti, sono in ballo parecchie migliaia di euro.
Il 1° gennaio del 2014 le cose sono cambiate. Non tutte, ma una parte senz’altro. Si tratta di cambiamenti positivi o negativi? Non è possibile dare una risposta definitiva. Dipende dai casi.
L’argomento “modifiche” è abbastanza complesso e per questo l’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare – in verità una sorta di pdf di istruzioni – circa le nuove tasse sulla casa, così come sono previste dall’ultima legge di Stabilità. Molto spazio, poi, è stato riservato all’imposta di registro.
Potete accedere alla circolare a questo indirizzo.
In generale, il gettito è stato programmato per rimanere tale. In questa prospettiva, è logico che alcuni contesti siano stati incentivati mentre altri siano stati disincentivati.
In breve, si “paga di meno” quando si acquista una prima casa. Si paga di più in tutti gli altri casi (acquisto di fabbricati strumentali, acquisto di seconde case e così via).
L’imposta di registro relativo all’acquisto della prima casa è consistita fino al 31 dicembre nel 3% del valore dell’immobile. Oggi, la percentuale è scesa al 2%.
Di contro, l’imposta di registro sulle seconde case, che prima si basava su un’aliquota al 7%, oggi si basa sull’aliquota al 9%.
Inoltre, l’imposta di registro dovrà essere di almeno 1.000. Questa cifra dovrà essere versata anche nel caso in cui il calcolo dia come risultato una cifra minore. E’ evidente come una tale norma metta i batoni tra le ruota e chi acquista un bene di dimensioni ridotte come, per esempio, un garage.