La crisi del mercato immobiliare annovera un protagonista particolare: le aste. Sempre più aste vengono dichiarate deserte. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto di Labitalia.
I numeri non lasciano adito a dubbi: il settore delle aste è in ginocchio. Un dato valga per tutti: il 90% delle prime aste, ossia quelle indette al prezzo tecnico d’ufficio, risultano deserte. Il prezzo finale di aggiudicazione avviene in genere dopo la terza asta e infatti il prezzo medio di aggiudicazione coincide con il 50% di quello della prima asta.
Tutto ciò nonostante la crisi economica, o forse proprio a causa di questa. La recessione, la perdita di posti di lavoro, la riduzione del potere d’acquisto e il credit crunch delle banche, infatti, ha fatto sì che il numero delle aste aumentassero (es. per pignoramenti). Ciò si pensavaa potesse smuovere il mercato immobiliare, ma così non è stato. La domanda e l’offerta sono tutt’ora lontanissime.
Nel documento vengono menzionati anche alcuni motivi tecnici a causa dei quali le aste spesso non vanno a buon fine. Tra i fattori più invalidanti, spicca l’impossibilità di visionare l’immobile prima dell’asta, oppure la possibilità di visionarla ma solo qualche giorno prima. Poi, ci sono le tasse: sono alte e lo sono di base, ma la questione è compromessa ulterioramente dalla base, che non è il valore catastale ma il prezzo di aggiudicazione. Le imposte, dunque, specie quelle notarili comportano esborsi proibitivi.
“Non stupisce”, rileva Assoedilizia (co-firmataria della ricerca), “che questo fenomeno porta spesso gli aggiudicatari ad aspettare un’asta in più per recuperare questa distorsione fiscale”.