La Legge di Stabilità è stata sommersa da una pioggia di emendamenti, buona parte dei quali si riferiscono alla tassazione sugli immobili. I media dedicano spazio ai problemi lamentati dai proprietari di casa e, al massimo, agli imprenditori (si aspettano stangate sul fronte rifiuti).
La condizione, però, è precaria anche per gli agricoltori. Il rischio è che, alla fine dei giochi, siano loro a uscire con il classico “due di picche” in mano. D’altronde la querelle tra Stato e agricoltori va avanti da un paio d’anni ed è caratterizzata anche da episodi scorretti.
Nel 2012 è stato firmato un accordo tra il Governo e gli agricoltori: se il gettitto dell’Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati di produzione avesse superato il gettito previsto, lo Stato avrebbe restituito la differenze. Ebbene, il gettito è stato superato – anche di molto – ma gli agricoltori non hanno ancora visto una lira. Come se non bastasse, non la vedranno anche negli anni a venire, visto che la realizzazione del decreto relativo al rimborso non è nemmeno nei pensieri dell’attuale governo. Il rischio, poi, è che arrivi la beffa sottoforma di una bella stangata nel 2014.
Il gettito dell’Imu sui terreni-fabbricati agricoli fu stimato in 528 milioni di euro, mentre quello reale superò i 694 milioni. Una differenza di quasi 200 milioni che, come accennato sopra, non è stata ancora restituita.
Le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme sulla Tasi. Il testo attuale, nello stato in cui versa attualmente, non prevede alcuna esenzione per le aree edificabili. Si chiede, dunque, l’inserimento dell’esenzione a condizione che l’oggetto rappresenti un bene produttivo in quel momento utilizzato. E’ richiesto anche il ripristino della tassazione su base catastale per tutte le società agricole a esclusione delle Spa.