Il Decreto del Fare, fiore all’occhiello (o specchietto per le allodole, dipende dai punti di vista) del Governo Letta, ha umanizzato il volto dell’istituto “riscossione”. La ferocia di Equitalia, che per i diretti interessati è solo rispetto della legge, ha riempito i dibattiti in questi anni di crisi. Particolare scalpore hanno suscitato i tanti episodi di sfratto, anche dirette alle prime case. Tutto ciò, a quanto pare, dal 2014 sarà un ricordo. Ecco le novità in fatto di riscossione.
Impignorabilità della prima casa. La prima casa non può essere pignorata, a condizione, però, che il soggetto debitore vi si risieda anagraficamente. Niente famiglie buttate in mezzo a una strada quindi.
Rateizzazione a 120 mesi. In precedenza il massimo era di 72 mesi. Per accedere alla rateizzazione lunga è necessario versare in una particolare situazione di sofferenza economica dovuta alla congiuntura economica. Di base è un’ottima soluzione, il problema è che la certificazione della condizione di sofferenza è a discrezione di Equitalia.
Elevazione limite pignoramento. In precedenza bastava avere 20mila euro di debito per vedersi pignorata la casa. Con il Decreto del Fare il limite minimo per il pignoramento immobiliare sale a 120mila euro.
Decadenza dalla reteizzazione. In precedenza bastava non aver pagato due rate per decadere dalla rateizzazione. Adesso occorre il mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive.
Limite pignorabilità dei beni indispensabili. Con il Decreto del Fare non sarà più possibilie pignorare i beni indispensabili al di là di un certa quantità. Questa è stabilita al 20% del loro valore.
Possibilità di stima. Il debitore può richiedere una stima del valore del bene pignorato in qui questo in prima battuta risulti palesemente inadeguato rispetto al valore di mercato.
In caso di pignoramento dello stipendio, l’ultima mensilità viene concessa al debitore.