Questa Legge di Stabilità è piaciuta a pochi. Il motivo? In primis, muove pochi miliardi: una dozzina sono troppo pochi per far ripartire un paese che viene da un quinquennio di recessione. Poi, una certa tendenza a nascondere e a falsificare, a fare apparire provvedimenti miseri come dei capolavori legislativi. Il risultato è che quasi tutti sono scontenti.
Dunque, la Legge di Stabilità si appresta a subire pesanti modifiche in Parlamento. I nodi da sciogliere, in particolare, sono due. Il primo riguarda il cuneo fiscale: 5 miliardi in tre anni sono davvero troppo pochi, soprattutto se verrà confermata la cifra dei 14 euro lordi in busta paga (praticamente un’elemosina). Il secondo riguarda la Trise, che contiene la Tasi, la nuova tassa sulla prima casa. Il rischio, secondo molti ancora da scongiurare, è che alla fine per le case si paghera di più di quanto non si sia pagato nel 2012 (il 2013 non fa testo perché l’Imu sulla prima casa è stata sospesa fin dall’inizio).
Ad ogni modo, il Governo ha dichiarato che con la Legge di Stabilità, almeno per quanto riguarda la prima casa, si pagherà di meno. Il nucleo del discorso verte sulle aliquote (clicca qui per saperne di più) ma Letta, nella speranza di convincere i cittadini, da qualche giorno sta riportando una previsione. Il gettito Imu sulla prima casa + Tares/Tarsu è stato, nel 2012 (unico anno che testo) di circa 4,7 miliardi, mentre le previsioni per la Tasi non superano i 3,7 miliardi.
Interessante, e spinoso, anche il capitolo pensioni. La “storia” dell’indicizzazione delle pensioni fino ai 3.000 euro, che era apparsa positiva, è praticamente una bufala. Almeno parzialmente: l’indicizzazione sarà al 100% solo per le pensioni fino a 1.486 euro (al mese). Per il resto, sono previsti scaglioni (2.000, 2.500, 3.000) che corrisponderanno a delle indicizzazioni rispettivamente del 90, del 75 e del 50%.
Falsa anche l’affermazione “niente tagli alla Sanità”. I tagli ci sono, solo che sono posticipati al biennio 2015-2016. Consisteranno in un miliardo e mezzo circa.