Gli affitti in nero rappresentano una piaga per gli studenti. Affitti alti, nessuno diritto riconosciuto, proprietari che fanno il bello e il cattivo tempo. La situazione è peggiore nelle grandi città, che ospirano migliaia e migliaia di universitari fuori sede, visto che – alla luce dell’incredibile fabbisogno di case e stanze – chi “loca” ha un potere contattuale enorme.
Gli studenti, però, non sono indifesi. Lo erano in passato, su questo non c’è dubbio, ma oggi la normativa si pone al fianco dello studente. In breve, è possibile denunciare, è facile e, soprattutto, conviene farlo. Il merito è della legge varata a marzo del 2011 (la stessa che ha introdotto la cedolare secca). Questa normativa suggerisce la procedura esatta per denunciare e indica le piacevoli conseguenze per gli studenti.
Ecco come muoversi.
1. L’inquilino deve accertarsi presso i registri appositi che realmente il locatore non abbia depositato alcun contratto affitto.
2. L’inquilino allora può procedere con la registazione del contratto in maniera unilaterale. E’ possibile compilare l’apposito modulo, inserire i dati del locatore, apporre la firma (basta solo la sua).
3. L’inquilino deve denunciare il locatore all’Agenzia delle Entrate. Per farlo, e questo è l’unico buco della normativa, deve spedire alla suddetta agenzia le prove che, effettivamente, ci sia un affitto in nero. Ora, è palese che raramente gli affitti in nero lasciano traccia di sé, dunque le prove raramente ci sono. L’unica aspetto confortante è che anche una semplice dichiarazione scritta dei pagamenti, anche informale.
4. Una volta fatto ciò, l’Agenzia delle Entrare confermerà la validità del contratto deposito all’inquilino. Il contratto si sviluppa seconda la formula del 4+4 e il canone consisterà nel valore catastale moltiplicato per tre. Questo è bene: in genere si arriva a pagare anche il 90% in meno rispetto al prezzo di mercato.
Dunque, ribellatevi agli affitti in nero. Conviene.