A breve si apriranno i lavori del Congresso Fiaip, l’associazione-sindacato che rappresenta gli agenti immobiliari d’Italia. Dal 18 al 19 ottobre si riuniranno a Genova migliai di agenti. Scopo della tre-giorni, l’elezione del nuovo presidente, la discussione circa le regole della stessa associazione, la ricerca di soluzioni in grado, finalmente, di imprimere una svolta al vessato mercato immobiliare.
Paolo Righi, il presidente dell’associazione, ha esposto alcune perlpessità sulle misure messe in atto dal Governo, a suo dire troppo deboli per ispirare la ripresa tanto sperata. Al centro delle critiche, ovviamente, il gioco dei nomi che ha impegnato l’esecutivo, capace di far uscire dalla porta una tassa e farla rientrare dalla finestra (con un altro nome): “Il governo ha fatto il possibile, ma così il mercato immobiliare non riparte. Forse ci voleva qualcosa di più coraggioso. Va bene la Trise, anche in Francia viene applicata una tassazione simile, che impegna le amministrazioni comunali a trovare le giuste modulazioni ed esenzioni. Da città ben amministrate anche il mattone ne trarrà beneficio. Ci sembra giusto, inoltre, che tutti concorrano ai beni indivisi, compresi gli inquilini. Ma siamo un po’ perplessi sui tetti massimi, non vorremo correre il rischio che alla fine la tassazione possa essere più elevata della somma tra la vecchia Tares e l’Imu“.
Il congresso sarà occasione per presentari alcuni dati negativi sulle agenzie immobiliari. Dati che sono stati già diffusi, e che ritraggono un decremento del numero delle agenzie immobiliari: non si vende, e dunque falliscono. Sempre Righi ha dichiarato: “Si tratta, in base ai dati da noi raccolti di una percentuale complessiva attorno all’8% su una platea di circa 32mila agenzie immobiliari. Il dato nuovo che emerge è che molte delle agenzie che chiudono poi riaprono sotto nuove forme associative: consorzi, società, cooperative o reti di professionisti. Si parla, in ogni caso, di 2mila chiusure rispetto a più del doppio dello scorso anno”.