La Confedilizia ha presentato al Governo nuove proposte per l’innovazione e lo sviluppo, riguardanti la flessibilità del mercato delle locazioni, una maggiore autonomia sul fronte fiscale ed incentivi al recupero del patrimonio edilizio esistente.
I temi toccati dalla Confedilizia sono cinque.
In primis abbiamo “la sostituzione dell’attuale legge locativa per l’uso diverso, risalente all’equo canone“; cioè si propone la sperimentazione di una normativa che permetta di redigere “contratti di durata flessibile a canone controllato dalle contrapposte organizzazioni sindacali del locatore e del conduttore”. Secondo gli esperti in questo modo si stimolerebbe la concorrenza e poi potrebbe essere “un’alternativa facoltativa alla vigente legge, che con le sue rigidità crea infatti il caro affitti e anche lo sfitto”.
Al secondo posto abbiamo la “soppressione dei Consorzi di bonifica” con trasferimento alle Regioni delle competenze e del personale. I contributi, quasi 519 milioni secondo la Confedilizia, dovrebbero essere “ricondotti a equità, sentite le organizzazioni della proprietà urbana e rurale”. Inoltre si propone la completa estraneità del patrimonio di proprietà dei Consorzi non strettamente funzionale alla bonifica.
Nel terzo punto, al Governo viene richiesto “un impegno per il recupero del patrimonio edilizio esistente“, tramite “l’Introduzione nell’ordinamento giuridico, dell’obbligo per gli enti locali di differenziare in modo rilevante e comunque adeguato i contributi commisurati all’incidenza degli oneri di urbanizzazione, nonché al costo di costruzione relativi da una parte al recupero ed alla ristrutturazione del patrimonio, dall’altra alle nuove costruzioni, così da avviare un virtuoso programma di utilizzo degli immobili esistenti e di bloccare l’ulteriore spreco di terreno libero”.
Inoltre si propone che i comuni possano riscattare un immobile o terreno dell’Ici, o dell’Imu, “tramite il pagamento di un numero di annualità dell’imposta che ciascun ente può determinare – anche relativamente alle modalità – secondo le proprie esigenze e autonome valutazioni”. Il bene riscattato dall’Ici mediante il versamento una tantum “acquisirebbe un più rilevante valore di mercato. Se ad esempio trasferito dai genitori ai figli, potrebbe consentire a questi l’apertura facilitata di nuove attività. A loro volta i Comuni potrebbero aver interesse a un introito immediato e rilevante di forti somme”.
Ultimo dei cinque temi trattati, propone la possibilità di un controllo più diretto dei servizi, attraverso una norma che permetta di diminuire la pressione fiscale locale nei casi in cui comitati spontanei di cittadini organizzino servizi e manutenzione di strade e spazi urbani: “Si tratta – spiega Confedilizia – di un sistema già sperimentato con successo a New York e negli Stati Uniti; un’applicazione pratica, concreta, antiburocratica, che salva da una smodata fiscalità, del principio di sussidiarietà”.