Dopo il mancato accordo politico, dalla mezzanotte di oggi l’Imposta sul Valore Aggiunto di beni e servizi è ufficialmente aumentata dal 21% al 22%. Che cosa comporterà lo spostamento di un solo valore di questo importante parametro? Un leggero aumento di circa il 70% dei prodotti in commercio, che andremo a pagare direttamente di tasca nostra.
L’effetto immediato dell’aumento lo vedremo già appena usciti da casa. Alle pompe di benzina il prezzo consigliato salirà di circa 1,5 cent al litro, rispetto a ieri. Questo perché le imposte intervengono direttamente proprio su questo bene, come su tutti i prodotti elettronici, abbigliamento, giocattoli, prestazioni professionali e quant’altro.
Inoltre, l’aumentare dei carburanti provocherà un rincaro indiretto anche di tutti quei prodotti che si spostato su gomma; anche i generi alimentari ed i beni di prima necessità, che godono di vantaggi fiscali del caso, come l’IVA ridotta, inevitabilmente lieviteranno a causa di un aumento del costo di trasporto.
Nel settore alimentare, l’IVA resta al 4% per pane, pasta biscotti e generi di prima necessità. Invariata al 10% resta l’IVA su zucchero, caffè, dolciumi e simili. Non dovrebbero altresì cambiare le bollette di gas, luce ed acqua, visto che anche in questo settore non scatterà l’aumento, secondo quanto stabilito dall’esecutivo.
In termini strettamente economici, le varie previsioni preannunciano un costo di circa 200 euro in più a famiglia, da ora fino al termine dell’anno, rispetto in precedenza. Ciò comporterà una contrazione dei consumi, che in sostanza taglierà anche gli introiti statali, che non subiranno alcuna modificazione ma anzi probabilmente si ridurranno, col recente aumento dell’IVA.
Staremo a vedere cosa accadrà e vi saranno importanti aggiornamenti in merito. Intanto i commercianti hanno 15 giorni di tempo per adeguare i propri registratori di cassa e misuratori fiscali.