Dallo scorso 1° giugno sono state introdotte dall’Inps nuove regole per il prestito ai pensionati Inps sottoforma di cessione del quinto, attraverso l’aggiornamento della convenzione dell’Istituo di Previdenza con banche e finanziare erogatrici di tale finanziamento.
A partire dalla suddetta data, scatta il reato di usura, qualora il tasso di interesse di prestiti fino a 5 mila euro superi il 19,33% ed il 19,51% per somme superiori.
Il pensionato che voglia richiedere una cessione del quinto, può cedere il quinto del netto percepito, calcolato senza ritenute fiscali e previdenziali, che non deve intaccare il minimo stabilito dalla Legge, ovvero gli attuali 495,43 euro.
Su tale prestito, inoltre, vanno calcolati tassi e condizioni che fanno riferimento al taeg (tasso effettivo globale), che la Banca d’Italia stabilisce ogni 3 mesi.
Per cui fino a 5 mila euro:
fino a 59 anni del pensionato, l’interesse applicato è pari al 9,12%;
da 60 a 69 anni, il 10,72%;
da 70 a 70 anni, il 13,32%.
Per importi superiori, invece, il tasso applicato, in rapporto all’età del pensionato, sarà rispettivamente, il 9,33%, il 10,93 ed il 13,53%.
Non possono richiedere una cessione del quinto coloro i quali percepiscono assegni sociali, invalidità civile, assegno di accompagnamento, assegni di sostegno al reddito, assegni al nucleo familiare e pensioni minime.
Con l’introduzione di queste nuove regole, l’Inps mira a favorire i prestiti chiesti dai pensionati, garantendo qualità del servizio, nessuno rischio di abusi od illegalità e migliori condizioni di mercato.