Se qualcuno pensava che l’incubo tasse si fosse chiuso nel 2012 con l’introduzione dell’Imu, quest’anno averà l’amara sorpresa di veder pesare sul proprio bilancio, oltre l’aumento dell’Iva, anche la tassa sui rifiuti, che da oggi si chiamerà Tares.
Il prossimo luglio, infatti, gli italiani si ritroveranno a dover pagare anche la prima rata della Tares,che sostituisce le vecchie Tarsu e Tia, ma con un incremento che va, in media, dal 20% al 40% .
Ma perchè questo spropositato aumento che mette ancora più in crisi le famiglie italiane, già provate dal difficile periodo?
La risposta è da riscontrarsi nella natura di questa “nuova” tassa, appunto la tares, infatti attraverso di essa andremo a pagare oltre l’emolumento sui rifiuti, un contributo anche su altri servizi, come l’illuminazione pubblica e la manutenzione di strade e piazze.
Una volta tali spese venivano sostenute dai Comuni, ma visti gli ingenti tagli alla spesa pubblica, ancora una volta dovranno essere gli italiani a sacrificarsi, finanziandole a spese proprie.
Se eravamo riusciti a tirare un sospiro di sollievo alla notizia della riduzione delle bollette di luce e gas, la stangata fiscale, con l’arrivo della Tares, ci riporta nel baratro della crisi, da cui sembra sempre più difficile uscire.