Monte dei Paschi di Siena è un istituto di credito che si trova attualmente in una bufera di carattere finanziario e giuridico; sui destini della banca senese pesano alcuni comportamenti adottati all’epoca della famosa acquisizione di Antonveneta.
Parliamo del 2007 e in quel periodo Antonveneta gravitata nell’orbita di Santander, banca spagnola che cede all’istituto senese il controllo di Antonveneta, una mossa intelligente e tempestiva in un momento nel quale le banche cercavano alleanze e subivano sostanziali trasformazioni.
Ricordiamo che solo nel 2006 esattamente un anno prima era nata IntesaSanPaolo, un polo bancario molto importante nato dalla fusione di due grandi realtà bancarie italiane; cerchiamo ora di capire come Mps è strutturata.
La banca senese è strutturata secondo due unità distinte ma tra loro interconnesse, la Fondazione Mps ha in mano la maggioranza delle azioni della banca, parliamo in percentuale di un 56 %, il consiglio della Fondazione è composto di 16 membri e poi abbiamo la banca.
Parliamo di nomine di tipo politico dove di fatto enti vari come Comune, Regione, Provincia, Università di Siena e Arcidiocesi si spartiscono queste poltrone; in questo consiglio sono presenti partiti della politica italiana e vari schieramenti.
L’acquisizione di Antonveneta avvenne tramite un aumento di capitale e anche una immissione di titoli che potremmo definire tossici, poiché non hanno reso quanto effettivamente previsto. Errore, volontà? Non lo sapremo mai; sta di fatto che la più antica banca italiana ha rischiato di fallire più volte.