La situazione economica globale non certo rosea, che ha portato al drastico crollo dei mutui di cui vi abbiamo spesso accennato in precedenti notizie, ha praticamente “riportato in vita” due fenomeni particolarmente interessanti, e “necessari”, ovvero quello degli affitti ed il così detto cohousing.
In particolare quest’ultimo, utilizzato spesso e volentieri dagli studenti, che per non avere pesanti aggravi fiscali preferiscono appunto “condividere” un appartamento di più vani con vari coetanei, accontentandosi di una sola stanza, si è diffuso anche fra i lavoratori, soprattutto i monoreddito, che in particolare nelle grandi città non hanno alternative.
Nei grossi centri urbani un affitto di un monovano arriva a toccare anche la soglia dei 500€ in media, e considerando che lo stipendio medio di un lavoratore supera di poco il migliaio di euro, è evidente che non è possibile permettersi di affittare un intero immobile, che “assorbirebbe” in pratica lo stipendio in toto.
Proprio per questo si ricorre al cohousing anche fra colleghi, per cercare di risparmiare o comunque di mantenersi, con tutte le varie utenze, ed ovviamente il vitto, quasi nella totalità dei casi a spese proprie, sia per quanto riguarda gli studenti che gli stessi lavoratori.
Se la situazione economica sarà destinata a cambiare non è certo; di fatto comunque, in tempi di crisi si deve necessariamente risparmiare, e soprattutto il settore alloggio, una delle principale spese di ogni lavoratore, è il primo in cui si va a “tagliare” per adeguarsi alle necessità.