Pericoli esistenti, ma pure sempre molto lontani. È questa la principale considerazione che emerge all’ultimo report di Confindustria sul mercato immobiliare cinese, dove i timori di formazione di una bolla immobiliare speculativa non si sono mai sopiti, nonostante i forti ed evidenti interventi da parte di autorità governative e monetarie, finalizzate a garantire un adeguato controllo delle quotazioni immobiliari.
Nonostante il mercato immobiliare traballi, perché i prezzi sono saliti molto e ci sono tante abitazioni invendute – dichiara Confindustria – è possibile riscontrare un alto fabbisogno insoddisfatto di case: “nel 2010 c’erano circa 150 milioni di alloggi nei centri urbani, 85 milioni meno del numero di famiglie urbane residenti”.
“Le misure di stimolo dell’economia per far fronte alla crisi” – si legge ancora nel documento della confederazione degli industriali – “hanno innescato un boom creditizio: dal 2008 al 2009 l’indebitamento del settore privato è balzato dal 103,7% del Pil al 127,2%, un aumento di 23,5 punti in un anno, attestandosi al 127,4% del Pil nel 2011 (fonte Fmi; per la Cina, questo dato include i prestiti alle imprese statali). Un salto così pronunciato e concentrato nel tempo non è ripetibile e può causare squilibri finanziari”.
Eppure, conclude Confindustria, la bolla è lontana: merito dell’alto numero di risparmiatori che è costretto a investire in patria perchè non può permettersi di fare altrettanto all’estero, e della presenza dello Stato in banche e imprese.