Apple e Fiat sono finiti nell’occhio critico della Commissione dell’Ue, che nutre forti dubbi sulla liceità delle agevolazioni fiscali di cui hanno beneficiato i due colossi, tanto da considerarli aiuti di stato illegali lesivi del mercato interno. Se così fosse ci sarebbe il rischio di incorrere in una mega multa.
Sotto accusa la pratica del transfer pricing e gli accordi che le società prendono con le autorità fiscali nazionali (“tax ruling”), in modo da sapere in anticipo con che regime verranno tassati, così da riuscire a spostare i guadagni dove sono tassati meno.
La Commissone Ue ha pubblicato una decisione con cui chiede a Irlanda e Lussemburgo, i due paesi dove Apple e Fiat pagano le tasse, chiarimenti su una serie di agevolazioni ottenute, in quanto potrebbero non rispettare il principio di concorrenza tanto essere reputati aiuti di stato illegali.
Per quanto concerne l’accusa a Fiat, secondo la Commissione Ue gli accordi in materia di prezzi di trasferimento conclusi tra Lussemburgo e Fiat Finance and Trade (FFT) non rispettano il principio della libera concorrenza. Fiat avrebbe avuto un vantaggio fiscale ripetuto “e concesso in modo selettivo”.
All’Irlanda, l’Ue chiede più dettagli sugli accordi fiscali con il colosso degli iPhone nel 1990 e nel 2007, mettendo in guardia dal fatto che si possa trattare di aiuti lesivi della concorrenza, se le indagini si dovessero concludere con una condanna delle operazioni, per Apple c’è in ballo una multa miliardaria.
Bruxelles ha infatti chiesto chiarimenti dettagliati di tutta una serie di dubbi dettagliatamente elencati ricordando che, “tutti gli aiuti illegali potranno essere oggetto di recupero”.
Questa la risposta di Apple:
“Il nostro successo in Europa e in tutto il mondo è il risultato di duro lavoro e innovazione da parte dei nostri dipendenti, non deriva da alcun accordo speciale con il governo. Apple non ha ricevuto alcun trattamento particolare da parte dei funzionari irlandesi nel corso degli anni”.