Enel ha gettato la spugna, abbandonando il progetto (di circa 2,5 miliardi di euro) volto a trasformare la vecchia centrale di Porto Tolle a Rovigo in un impianto a carbone, evitando così il licenziamento del migliaio di persone che ci lavorano.
Ma cerchiamo di capire quali sono le motivazioni di Enel a fronte di una scelta che separa il pubblico a metà. Secondo il colosso dell’energia elettrica ci sarebbero troppe difficoltà, c’è un processo penale con cui fare i conti, una serie di persone che continuano e mettere i bastoni tra le ruote, e delle normative ostiche da superare. Ma il vero problema è economico. I consumi elettrici continuano a scendere a fronte dell’utilizzo delle energie rinnovabili, molte centrali elettriche italiane restano spente producendo più perdite che energia. A fronte di questo quadro secondo Enel appare più ragionevole vagliare altre strade.
L’Enel rassicura che una soluzione verrà trovata, si tratterà di riuscire a soddisfare due contrapposte esigenze quali creare valore e tutelare la situazione occupazionale della zona. L’idea sarebbe quella di creare una piccola centrale alimentata da energie rinnovabili come le biomasse coltivate in zona, al posto di una grossa centrale.
Per i sindacati al di la dei problemi lamentati da Ene, il punto fondamentale è che non vengano lasciati a casa i numerosi lavoratori della zona. Appare comunque ovvio che una piccola centrale non darebbe le stesse possibilità occupazionali di una di grandi dimensioni. Sulla questione si sono espresse Legambiente e Wwf che insieme hanno sottolineato la necessità di puntare alle energie rinnovabili e attraverso queste di creare occupazione, mentre Greenpeace parla di un chiaro passo verso la riduzione di immissioni di anidride carbonica. E’ apparso più aggressivo il presidente del Veneto Luca Zaia dichiarando che l’Enel non può lavarsene così facilmente le mani.
La centrale di Porto Tolle è stata costruita all’inizio degli anni 80′, si trova sulla punta estrema del delta del Po sull’isola di Polesine Camerini. E’ la più grossa d’Italia, e tra le più imponenti in Europa. Possiede un cilindro di 250 metri da dove è possibile ammirare l’Istria.