L’Euribor è un indicatore del costo del denaro assai sensibile alle attese sui mercati.
Quasi sistematicamente anticipa i tempi registrando le variazioni anche settimane prima che la Banca Centrale Europea comunichi un ritocco del costo del denaro.
Appena i mercati tendono al rialzo o al ribasso, immediatamente l’Euribor vi si adegua.
Per esempio se si prevede un aumento dei tassi tra tre mesi, gli Euribor a una settimana o a un mese resteranno piuttosto indifferenti, mentre quelli a tre o sei mesi punteranno subito verso l’alto.
Alla base i fattori che determinano le fluttuazioni dei tassi sono molteplici. Per esempio la volontà di promuovere lo sviluppo tende a far contenere i tassi, favorendo l’indebitamento e quindi gli investimenti delle imprese.
Un’economia che cresce troppo rapidamente può invece essere contrastata con l’aumento dei tassi di interesse, scoraggiando il ricorso al sistema finanziario.
Una valuta che tende ad indebolirsi può essere rafforzata dall’afflusso di capitali attratti da tassi più alti, e viceversa.
Ma le leggi dei mercati sfuggono alle volontà delle banche centrali, che spesso non possono che adeguarsi a situazioni di fatto, provocate da squilibri internazionali o talvolta da ondate speculative vere e proprie.
Intanto l’Euribor resta lì alla finestra, sempre pronto a recepire qualunque segnale e ad adeguarvisi.
L’Euribor viene pubblicato tutti i giorni alle ore 11 dall’Euribor Panel Steering Committee, cioè un comitato di esperti, in base ai dati ricevuti dalle grandi banche, soprattutto europee. Tra questi compaiono anche sei rappresentanti italiani.
- Banca Intesa
- Banca Nazionale del Lavoro
- Capitalia
- Monte dei Paschi di Siena
- Sanpaolo IMI
- Unicredit Banca