In questo periodo di crisi, c’è comunque chi riesce a trovare lavoro. Il problema, se mai, è che sono in troppi a perderlo e quindi la concorrenza diventa giorno dopo giorno sempre più alta.
Qual è il segreto per trovare lavoro? Lo ha spiegato al Corriere della Sera Silvia Spattini, senior researcher di Adapt, società che compie studi sul mondo del lavoro.
Si tratta a tutti gli effetti del classico segreto di Pulcinella, ma questa volta confermato da numeri e da analisi. Chi trova lavoro, ci riesce per “contatto diretto con il datore di lavoro”. Ossia, per le raccomandazioni. A dire il vero, il termine raccomandazione potrebbe essere poco esatto. In questa categoria, infatti, vanno inseriti anche la pratica della referenza e dell’autocandidatura.
Una cosa è certa: nessuno, o quasi, passa per gli intermediari, siano essi pubblici o privati. Niente Centri per l’Impiegato o Agenzie per il lavoro dunque. Il motivo è sia strutturale sia culturale.
Per quanto riguarda i Centri per l’Impiego (conosciuti anche come Uffici di Collocamento) le risorse stanziate dallo Stato sono davvero misere: appena lo 0,03% del Pil contro lo 0,3 di Germania, Francia e Gran Bretagna. Per quanto riguarda le agenzie, invece, Adapt ha registrato una diffusa percezione di inefficienza da parte dei cittadini, particolare valido anche per i Centri.
Insomma, tanto gli uni quanto gli altri non aiutano a trovare lavoro. E’ vero: solo il 3% delle assunzioni è dovuto al lavoro di questi due istituti. Questa percentuale sale al 10 negli altri paesi – la media europea è 9.