Rimesse. E’ questo il termine tecnico con cui viene definito il denaro che gli immigrati spediscono dall’Italia ai loro paesi di origine. E’ una tradizione consolidata a qualsiasi latitudine ed è, anzi, uno dei motivi per cui si emigra: mantenere la propria famiglia.
Questa attività, comunque sacrosanta, rischia di causare problemi di natura economica al nostro Paese. Semplicemente, parte del reddito prodotto entro i confini italiani, va a a finire altrove e quindi stimola i consumi in altre realtà.
Nel 2013, gli immigrati hanno spedito denaro all’estero per una cifra pari a 5,5 miliardi di euro. Sembrano tantissimi, e in effetti lo sono, ma comunque rappresentano una cifra di gran lunga inferiore a quanto registrato l’anno scorso. Il decremento è stato del 20%.
Complessivamente, ogni immigrato spedisce 1.250 euro all’anno. Nel 2007 erano 750 euro in più.
Sicuramente la crisi ha influito su questo dato. Il reddito degli italiani si è eroso, e lo stesso è accaduto (se non addirittura in misura maggiore) per il reddito degli stranieri.
Alcune “nazioni”, però, fanno registrare performance migliori di altri. Chi spedisce più denaro di tutti è il popolo cinese, che pesa sul computo finale per il 40%. Bene anche i popoli del sud-est asiatico, con esclusione dei filippini.
Questo dato viene bilanciato, seppur minimamente, da un dato simile: quello delle rimesse che gli italiani effettuano dall’estero. Così come gli immigrati si stabiliscono in Italia, lavorano e spediscono denaro nei propri paesi di origine, anche gli italiani si stabiliscono all’estero, lavorano e spediscono denaro. Purtroppo, la cifra è ancora molto bassa: 489 milioni (dato del 2013).