Una delle più grandi battaglie di Matteo Renzi è rappresentata dal taglio alla spesa pubblica. Per spesa pubblica si è inteso, fino a questo momento, quella improduttiva. Peccato che, stando alle indiscrezioni delle ultime ore, destinatari dei tagli potrebbero essere anche settori essenziali. Tra questo spicca quello della sanità.
Il sistema nazionale vedrà ridursi i trasferimenti statali di 2 miliardi, il 30% di questi nel 2014 e la restante parte nel 2015. Una vera e propria sforbiciata – un tempo si sarebbe detta lineare – alla sanità pubblica. Il taglio sarebbe stato inserito, a mo’ di copertura, nel decreto che conferma la riduzione dell’Irpef e dell’Irap. Insomma, si finanziano le buone misure con tagli cattivi.
Ovviamente, il ministro Lorenzin non si è trovata d’accordo ed attualmente protagonista di un braccio di ferro con il ministro dell’Economia Padoan. Chi la spunterà non è dato saperlo, ma una cosa è certa: a fianco della Lorenzin ci sono molti enti di rappresentenza di tutte quelle categorie che afferiscono al mondo della sanità.
Ad esempio, il sindacato Federfarma punta sulla riduzione per la spesa farmaceutica: “la direzione è totalmente contraria a quella evoluzione da tutti auspicata. L’ipotesi di nuovi tagli alla spesa farmaceutica convenzionata provocgerebbe seri danni per il servizio farmaceutico: la spesa farmaceutica convenzionata a seguito dei tagli apportati in questi anni, oggi è già a livelli inferiori a quelli di 14 anni fa”.
Questi tagli andrebbero a finanziare in particolare i bonus nei confronti dei lavoratori della “no tax area” e dunque esclusi dalla celeberrima riforma degli 80 euro. Ancora non si conoscono i modi e l’entità di tale erogazione.