Verso l’incontro FMI: economia in bilico

Gli esperti dell’economia mondiale si dirigono a Washington questa settimana sotto la nuvola di un rallentamento dell’economia mondiale.

Le riunioni annuali del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale iniziano con i nuovi leader di entrambi che esprimono preoccupazione per le prospettive. L’amministratore delegato del FMI Kristalina Georgieva sta già suggerendo che i suoi economisti martedì taglieranno le loro proiezioni per la crescita globale dal 3,2% quest’anno e dal 3,5% l’anno prossimo.

Declassamenti progressivi: cosa accadrà?

Questa settimana l’FMI abbasserà le previsioni di crescita. L’incontro apparirà come il quarto downgrade dallo scorso ottobre e riflette quello che Georgieva la scorsa settimana ha definito un “rallentamento sincronizzato” in cui il 90% del mondo sta vivendo un indebolimento della domanda.

La domanda per i banchieri centrali e i ministri delle finanze è cosa possono fare per sostenere le loro economie. Molto dipenderà dal percorso dei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, conclusosi venerdì con un accordo parziale. Ciò non significa, tuttavia, che si stia aprendo un sipario sull’incertezza che le guerre commerciali del presidente Donald Trump hanno portato all’economia globale.

Ecco cosa è successo la scorsa settimana e di seguito è quello che invece sta accadendo nell’economia mondiale questa settimana.

Gli investitori in attesa

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell non è programmato per apparire in pubblico questa settimana, il che significa che gli investitori dovranno attendere eventuali segnali dalla cima delle banche centrali sul fatto che questo mese taglierà i tassi di interesse per la terza volta quest’anno. Diversi presidenti della Fed regionale prenderanno comunque il microfono. Atlanta Raphael Bostic, Esther George di Kansas City, Sam Bullard di St. Louis e Mary Daly di San Francisco parlano tutti martedì. Seguiranno Mercoledì Charlie Evans e John Williams di New York. Intervengono oggi Robert Kaplan di Dallas, il vicepresidente Rich Clarida e Neel Kashkari di Minneapolis.

Il libro beige della Fed esce mercoledì dando un’istantanea delle condizioni economiche in tutta la nazione. Questo è pubblicato ore dopo i dati sulle vendite al dettaglio per settembre con gli economisti che prevedono un altro mese di crescita modesta. La produzione industriale potrebbe essersi contratta lo stesso mese, sottolineando i timori di recessione, si prevede che un rapporto venga pubblicato giovedì.

La situazione tra Europa, Medio Oriente e Africa

La produzione industriale per l’area dell’euro verrà rilasciata lunedì, dando un’altra indicazione di come il rallentamento tedesco abbia frenato la crescita complessiva. Nel frattempo, più funzionari della Banca centrale europea possono utilizzare le riunioni del FMI per estendere il recente sputato allo stimolo. Nel Regno Unito, i dati sul mercato del lavoro, sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio illustreranno il contesto economico durante una settimana politica di crisi, mentre si profila un’altra scadenza per la Brexit e un’estensione o un accordo rimangono oscurati.

L’inflazione israeliana martedì rimarrà probabilmente al di sotto dell’intervallo obiettivo della banca centrale dall’1% al 3%, dimostrando perché nelle carte sia presente un taglio vicino allo zero. Una crisi finanziaria potrebbe incombere in Libano quando aumentano le pressioni sul piolo valutario e gli investitori chiedono sempre di più per quanto tempo il governo può continuare a rimborsare i propri debiti. In Ghana, i dati sull’inflazione di settembre usciranno mercoledì. Tutte le nazioni ad oggi dunque restano un po’ sul chi va là.

La posizione scomoda dell’America latina

Il governo argentino inizierà a pubblicare un round finale di indicatori economici chiave prima delle elezioni presidenziali del 27 ottobre. I dati sui prezzi al consumo di settembre sono previsti per mercoledì, e gli economisti intervistati dalla banca centrale prevedono un balzo mensile del 5,8%, che sarebbe il più grande in un anno. Una delegazione di funzionari argentini si recherà a Washington per le riunioni del FMI. Le tensioni sono aumentate tra loro e il creditore da quando hanno firmato un contratto di credito da $ 56 miliardi nel 2018.

Questa settimana le banche centrali di due economie commerciali bellicose – Singapore e la Corea del Sud – annunceranno le decisioni di politica monetaria, con entrambe le probabilità di allentarsi con il peggioramento delle prospettive di crescita. I dati sulla produzione di Singapore di lunedì mostreranno probabilmente che l’economia ha mancato di poco una recessione, consentendo ai banchieri centrali di adottare un approccio graduale all’allentamento delle politiche.

Una serie di dati provenienti dalla Cina mostrerà probabilmente un’economia che sta soffrendo: la crescita del PIL probabilmente ha rallentato ulteriormente nel terzo trimestre, le esportazioni hanno continuato a contrarsi e i prezzi alla produzione si stanno nuovamente sgonfiando. A Hong Kong, l’amministratore delegato Carrie Lam esporrà i suoi obiettivi di politica economica in un discorso chiave, sullo sfondo di un peggioramento della crisi politica e dell’approfondimento della crisi economica.

La situazione si fa sempre più altalenante, anche se i presupposti per l’incontro appaiono ancora pieni di se e ma. Ciò che spaventa comunque è il rischio che l’economia mondiale finisca in bilico, fino a peggiorare ancor più la situazione interna ad ogni nazione.