L’economia tedesca si restringe, gettando ombra sulla crescita europea. La situazione finanziaria tedesca si è ridotta dello 0,1 per cento nel secondo trimestre. Questo, a causa dei conflitti commerciali globali e dei problemi nel settore automobilistico che hanno frenato il più grande membro dell’unione monetaria in euro in 19 paesi.
Si oscurano le prospettive in zona Euro
La debole performance ha oscurato le prospettive per l’intera zona euro, in cui la Banca centrale europea è pronta ad aggiungere ulteriore stimolo monetario alla prossima riunione.
Ha inoltre sollevato la possibilità che la Germania potesse entrare in una recessione tecnica pubblicando un altro trimestre consecutivo di produzione in calo.
L’agenzia statistica statale Destatis ha dichiarato mercoledì che il calo delle esportazioni ha frenato la produzione rispetto al primo trimestre, mentre la domanda da parte dei consumatori e la spesa pubblica in patria ha sostenuto l’economia.Rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, l’economia è cresciuta dello 0,4 per cento.
Una situazione delicata per la Germania
L’economia tedesca sta affrontando i venti contrari poiché la sua industria automobilistica, un datore di lavoro chiave e un pilastro della crescita, deve affrontare sfide che si adeguano agli standard più severi sulle emissioni in Europa e Cina e ai cambiamenti tecnologici. L’incertezza sui termini della prevista uscita della Gran Bretagna dall’UE ha anche pesato sulla fiducia più in generale – il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha affermato che il suo Paese lascerà l’UE il 31 ottobre, con o senza un accordo di divorzio per facilitare il cammino verso il nuovo relazione commerciale.
Il parere degli esperti
L’analista Carsten Brzeski di ING ha affermato che i conflitti commerciali e il settore automobilistico in difficoltà sono stati i motivi principali per cui la produzione è diminuita. L’ultima volta che l’economia tedesca si è contratta su base trimestrale è stato il terzo trimestre dell’anno scorso, quando il settore automobilistico ha dovuto affrontare i colli di bottiglia ottenendo la certificazione delle auto in base ai nuovi standard sulle emissioni.
“La maggiore incertezza, piuttosto che gli effetti diretti dei conflitti commerciali, ha intaccato il sentimento e quindi l’attività economica“, ha scritto Brzeski in una nota di ricerca inviata via email.
Quanto inficiano le decisioni degli Stati Uniti d’America
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto nuove tariffe sulle merci cinesi mentre cercava un accordo commerciale più ampio e ha indicato che potrebbe imporre tariffe di importazione sulle automobili che colpirebbero i produttori europei.L’incertezza sull’esito di tali colloqui e su come sarà il futuro regime commerciale tra Stati Uniti, Cina ed Europa ha pesato sull’ottimismo degli affari, scoraggiando la spesa e gli investimenti delle imprese.
Ciò si aggiunge al cambiamento strutturale nel settore automobilistico, in cui l’inasprimento delle normative sulle emissioni in Europa e in Cina e le tecnologie digitali stanno spingendo le case automobilistiche a fare ingenti investimenti in auto a batteria e servizi basati su smartphone, con incassi incerti.
Resta la bassa disoccupazione in Germania
La Germania continua a godere di una bassa disoccupazione del 3,1%, ma le minori esportazioni hanno sollevato timori che l’indebolimento della domanda esterna si diffonderà ai consumatori e alle imprese nazionali. La Germania ha un notevole surplus commerciale e di investimenti con il resto del mondo, il che la rende più vulnerabile a un rallentamento del commercio globale.
Il rallentamento della crescita ha inoltre aumentato il dibattito sulla prassi del governo tedesco di gestire avanzi di bilancio. Il Fondo monetario internazionale, il Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti e alcuni economisti in patria hanno affermato che la Germania dovrebbe ridurre gli oneri fiscali e spendere di più in infrastrutture per aumentare la domanda interna. Ciò potrebbe rendere il paese meno dipendente dalle esportazioni.
Le dichiarazioni della Merkel
Martedì, il cancelliere Angela Merkel ha dichiarato di non aver bisogno di un pacchetto di stimoli “finora”, ma ha aggiunto che “reagiremo in base alla situazione”, ha riferito l’agenzia di stampa dpa. Ha indicato i piani per rimuovere la cosiddetta imposta di solidarietà, un’imposta sul reddito aggiuntiva volta a coprire i costi associati alla ricostruzione dell’ex Germania orientale, per la maggior parte dei contribuenti.
Andreas Rees, capo economista tedesco di UniCredit, ha affermato che i dati sulla crescita e le osservazioni sfumate della Merkel indicano che la probabilità di un moderato allentamento fiscale del prossimo anno “è aumentata in modo significativo”.
Il declino trimestrale tedesco è stato un grande motivo per cui la crescita nella più ampia zona euro in 19 paesi ha rallentato. Due quarti dell’output in calo è una definizione comune di recessione. I dati pubblicati anche mercoledì hanno confermato che la crescita della zona euro si è dimezzata nel secondo trimestre dell’anno a appena lo 0,2%. I problemi industriali della Germania hanno anche contribuito al forte calo mensile dell’1,6% della produzione industriale del blocco di valuta a giugno.
La Banca centrale europea, dal suo canto, ha segnalato che sta preparando un pacchetto di ulteriori misure di stimolo monetario tra cui un possibile taglio dei tassi e acquisti di obbligazioni che potrebbero essere annunciati nella riunione del 12 settembre. Cosa che potrebbe giovare un po’ a tutte le potenze.
Insomma una situazione non molto semplice che potrebbe inficiare complessivamente su tutta l’Europa. Alla luce di quanto quindi, la speranza in zona euro è che possa esserci presto o tardi la ripresa della Germania. Anche perché nulla è ancora perduto. Vero è comunque che tra Brexit inglese e crisi di governo italiana, l’Europa in generale non sta attraversando il suo momento migliore.