Senza la cooperazione internazionale, il sistema economico mondiale potrebbe subire un notevole rallentamento. Questo almeno è quanto hanno detto i dirigenti e funzionari di settore mentre hanno discusso le prospettive del commercio globale all’annuale Forum per lo sviluppo della Cina (CDF) a Pechino. E a proposito di Cina, la sua posizione è sempre più protesa alle novità. Come dimostra anche la nuova ondata di accordi che la nazione sta sottoscrivendo con alcuni stati europei. Da poche ore infatti anche l’Italia è rientrata nella cosiddetta Via della Seta, per un nuovo approccio commerciale ed economico.
Al di là di quanto, gli stessi esperti poi, hanno espresso la necessità di creare un sistema commerciale multilaterale basato su regole. In tal verso è stata sinceramente espressa la speranza che il settore privato si assuma le responsabilità e l’ulteriore sviluppo tecnologico. Il tutto al fine di rilanciare l’economia mondiale. Un’economia che sembra attualmente leggermente incrinata e che pare non trovi un segnale di ripresa.
Poiché le negoziazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti proseguiranno la prossima settimana, i loro progressi previsti stabiliranno quella che sarà la direzione per il futuro dell’economia mondiale. Ma soprattutto se queste frizioni commerciali costituiscono un’ulteriore incertezza o un’opportunità per un nuovo ordine economico globale ad oggi non lo si può ancora sapere.
L’amministratore delegato di BlackRock Inc. Larry Fink, secondo quanto riferito dalle riviste internazionali di economia, ha dichiarato poco tempo fa che l’economia mondiale sta entrando in un nuovo periodo. Essa infatti si trova di fronte a un’interruzione significativa. Da cosa dipende? I fattori sono tanti e tutti da prendere in seria considerazione. Tuttavia l’auspicio è ottimista, in quanto si pensa che sia possibile avere un buon risultato se i problemi saranno affrontati correttamente. Non a caso Fink ha invitato le multinazionali ad assumere un ruolo di leadership nell’affrontare l’attuale crisi attraverso un capitalismo mirato.
Il capo della più grande società di gestione patrimoniale del mondo ha affermato che le attuali sfide includono l’aumento del populismo, del terrorismo, del protezionismo e della disuguaglianza sociale. Tutti stanno tutti contribuendo alle crisi nei meccanismi e nelle istituzioni dominanti dell’economia mondiale. Solo le forze unite dei singoli stati possono far fronte a queste piaghe sociali che stanno piegando il settore monetario internazionale.
È diventato sempre più difficile per l’OMC servire gli scambi multilaterali. Almeno stando a quanto spiega Michael Froman. Quest’ultimo ha prestato servizio come rappresentante commerciale degli Stati Uniti sotto l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Pare infatti che Froman, ora vice presidente di Mastercard, abbia visto gli Stati Uniti ritirarsi da numerosi accordi internazionali. Oltre ad imporre tariffe unilaterali su altri paesi nell’attuale amministrazione Trump. Scelta saggia? Di sicuro non positiva in quanto inficia non solo sulla situazione americana ma più generalmente sul resto del mondo.
E infatti gli enormi costi di tali frizioni commerciali e protezione degli investimenti finiranno per portare a riconoscere che un sistema commerciale multilaterale basato su regole sia sempre più favorevole all’economia globale. Non solo, ma pure ai suoi interessi rispetto ai frammentati regimi commerciali bilaterali. Questo almeno è quello che ritiene possa accadere Wang Yiming, vice direttore di il Centro di ricerca sullo sviluppo del Consiglio di Stato.
In un contesto internazionale fatto di numerosi tentativi d’approccio per una continua globalizzazione, la Cintura e la Road Initiative (BRI) della Cina si appresta ad essede un meccanismo alternativo. Altresì determinerà in modo significativo la geopolitica che incide sullo sviluppo dell’economia mondiale. Non a caso anche l’Italia ha deciso di tentare questa strada, intraprendendola appunto da qualche ora a questa parte.
Il BRI offre ai paesi, emarginati dal sistema dominato da istituzioni come l’OMC, l’accesso al mercato globale. Questo almeno è quanto affermato da Li Yang, un influente economista dell’Accademia cinese delle scienze sociali (CASS). Dello stesso avviso è anche un grande gruppo di esperti del governo e presidente di il laboratorio di sviluppo finanziario dello stato.
Non a caso infatti, questi ultimi hanno espresso la loro speranza in una nuova ondata di innovazione tecnologica. Una novità che dovrebbe rappresentare una delle principali opportunità di crescita dell’economia mondiale.
Wang ha detto che lo sviluppo tecnologico potrebbe esser il complice di un aumento della produttività. Al contempo farà progredire la divisione del lavoro e la cooperazione tra i paesi e rafforzerà la tendenza dell’integrazione economica globale.
Martin Wolf, il principale commentatore di economia al Financial Times, ha detto ai media che gli investimenti in innovazione sono vitali in quanto le nuove tecnologie dovrebbero sostenere l’economia mondiale. La qual cosa è vera, ma solo a condizione di una “ragionevole quantità di cooperazione internazionale”.
La CDF di tre giorni offre una piattaforma internazionale per il dialogo tra i vertici della Cina e i rappresentanti delle principali aziende, organizzazioni internazionali e studiosi cinesi e stranieri.
Con l’obiettivo di “Impegnarsi con il mondo per una prosperità comune”, oltre 80 amministratori delegati globali di aziende di Fortune 500 in tutto il mondo partecipano al forum. Questo per discutere delle politiche e dei messaggi provenienti dalla migliore stagione politica della Cina, le Due Sessioni.
Allo stato attuale, anche l’Italia ha deciso di ancorarsi a questa nuova alternativa per un incremento dell’economia del paese. Pur incontrando infatti l’astio di Europa e America, il premier Conte ha preso la sua decisione. Saggia o folle? Di sicuro il settore economico è pronto a cambiare.
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