Ormai i tempi sono maturi per capire quale sarà il prossimo governo italiano, anche se esistono ancora delle incertezze, non soltanto legate agli accordi tra Lega e 5 stelle che continuano ad essere discussi, tra ottimismo e dubbi ma anche rispetto a quella che sarà la posizione del Presidente Mattarella rispetto all’eventuale programma che sarà sottoposto alla sua attenzione. Cominciano a trapelare notizie su alcuni punti dell’accordo tra le due forze politiche e alcune di queste sono piuttosto allarmanti per il mondo economico e finanziario.
Partiamo dall’intervento sulla Legge Fornero che costerebbe, secondo le stime, almeno 5 miliardi di Euro ma poi c’è il progetto di Reddito di Cittadinanza, altri 12 miliardi e tutti gli altri provvedimenti che sembra siano sul progetto di Governo che portano il conto molto in alto, molte decine di miliardi, cui si aggiungono i 12 miliardi necessari per scongiurare le clausole di salvaguardia, evitando l’aumento di IVA e accise che altrimenti porterebbero ad un carico medio ulteriore per le famiglie italiane di circa 250 Euro all’anno, se non si innestano su questo manovre speculative da parte di aziende e commercianti.
Tutto questo preoccupa non poco ma quello che sta allarmando ancora di più i mercati e gli investitori esteri e nazionali sono le notizie che trapelano rispetto all’UE: con il dubbio se ciò risponda a verità, sarebbe trapelata l’intenzione da parte di quello che potrebbe essere il nuovo Governo di non restituire all’UE oltre 200 Miliardi di debito che attualmente ha l’Italia verso l’Europa e si registrano spinte anche per la fuoriuscita dall’Euro.
Se davvero il nuovo Governo probabile dovesse decidere di non restituire all’UE gli oltre 200 Miliardi di debito, di sicuro verrebbero ad essere disponibili enormi risorse per lo sviluppo del Paese con le quali si potrebbero realizzare moltissime cose, uno sviluppo mai visto in precedenza: basta pensare che il Sistema Sanitario Nazionale costa poco più di 100 miliardi all’anno ed è una delle principali voci di spesa italiana ma c’è un problema: poiché l’Italia dipende fortemente da prestiti internazionali, se lo Stato si rende insolvente di un tale prestito, chi mai potrà ancora finanziare l’Italia?
Terminate le risorse per lo sviluppo l’Italia si troverebbe certamente a dover fare i conti con un’autarchia utopica, impossibile da realizzare e rischierebbe fortemente il default, con la differenza rispetto alla Grecia di non poter più pensare di accedere ad aiuti internazionali, particolarmente dall’UE.
Un rischio di Default che a quel punto diventerebbe più che reale, significherebbe un crollo di valore dei Titoli di Stato e dei Buoni Postali con un rendimento che schizzerebbe alle stelle; una interessante opportunità di guadagno per gli investitori ma anche un forte rischio di perdere tutto, come accaduto in passato con i Bond Argentini.
L’uscita dall’Euro auspicata da tanti, porterebbe in forte difficoltà l’Economia italiana: La nostra povera e piccola Nazione, rispetto a colossi mondiali almeno, come potrebbe avere le risorse per fare fronte nel mercato globale a potenze come la Russia, gli Stati Uniti, il Giappone stesso e verso i Paesi emergenti come l’India e la Cina.
L’uscita dall’Euro comporterebbe anche il pagamento verso l’estero in lire a quel punto commisurate all’Euro e pagare in moneta debole sarebbe un vero disastro. In una situazione come quella che si prospetterebbe secondo le ipotesi relative all’accordo di governo investire diventerebbe davvero complicato e soprattutto rischioso. Non resta che stare a vedere gli accadimenti e sperare che le ipotesi più negative non si realizzino, comunque resta sempre la saggezza del Presidente della Repubblica a costituire in qualche modo un argine alle idee che sarebbero un eccessivo azzardo e un potenziale rischio per l’Italia, per tutti i cittadini.
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