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Cina e Grecia, l’Euribor le “ignora” e continua a scendere

Scongiurato, almeno per il momento, il pericolo di una crisi greca con effetti di contagio anche per i nostri mercati, compresi quelli dei mutui, un’altra minaccia finanziaria spunta all’orizzonte, e secondo gli analisti potrebbe essere ancora peggiore. La bolla speculativa cinese comincia a mostrare infatti preoccupanti segni di incrinature, e il suo effetto potrebbe essere devastante.
A giudicare dall’Euribor, però, il panorama non è poi così fosco. L’indice sta infatti continuando a scendere, anche malgrado le stime diffuse dalla Banca Centrale Europea all’inizio del mese scorso sull’inflazione europea per i prossimi due anni.
Tutto questo si traduce in buone notizie per chi in Italia ha scelto un mutuo a tasso variabile (a proposito, per trovare le offerte migliori basta visitare il comparatore di SosTariffe.it), ed è ormai dal 19 gennaio che l’Euribor si mantiene sotto lo 0. Attualmente siamo a -0,071% per l’indice a 1 mese a -0,018% per quello trimestrale, un minimo storico.
Secondo i calcoli effettuati dal Sole 24 Ore, un Euribor negativo – che quindi viene di fatto sottratto allo spread nel calcolo del tasso nominale della rata – può cominciare a far sentire i suoi effetti sulle rate degli italiani. Un mutuo da 150mila euro a 25 anni con il tasso del 3% agganciato all’indice mensile può vedere le sue rate diminuire di circa 7 euro al mese, 84 euro l’anno, mentre chi ce l’ha agganciato a quello trimestrale pagherà comunque 2 euro di meno. Si parla soprattutto di chi ha stipulato un mutuo prima del febbraio 2015: infatti, dopo questa data, molti istituti di credito hanno reagito alla situazione mettendo una clausola nei nuovi contratti in caso di eccessiva discesa dell’Euribor, anche se è molto discutibile sull’effettiva correttezza di questi provvedimenti.
Il Sole 24 Ore conclude comunque che sarà difficile una discesa continua a questi livelli dell’Euribor, e anzi quello a 3 mesi dovrebbe tornare positivo a settembre di quest’anno, se effettivamente la ripresa di economia e di inflazione che è stata preventivata verrà confermata in questi termini. Insomma, nella migliore delle ipotesi saranno notizie un po’ meno buone per chi ha un mutuo, ma ampiamente compensate dalla crescita del PIL.

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