Natale 2014 nel segno della crisi per buona parte degli italiani che risparmieranno anche sul cibo, è quanto emerge dai recenti dati raccolti dall’Istat.
Nessuna tregua per la crisi al fronte della quale si prospetta un Natale “povero” dove i consumi saranno ridotti ai minimi termini.
La crisi continua a flagellare l’Italia il potere d’acquisto delle famiglie tende sempre di più a ridursi al minimo, a documentarlo una serie di dati che vedono una diminuzione costante dei consumi.
Secondo le rilevazioni dell’istat non vi è alcun miglioramento, anzi continua il crollo delle vendite, nello specifico le vendite al dettaglio a settembre hanno segnato una lieve diminuzione pari allo 0,1% rispetto al mese di agosto. Se consideriamo la media trimestrale di luglio, agosto e settembre, le vendite mostrano un andamento negativo dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Il confronto con l’anno precedente non è per niente consolante in quanto registra una variazione negativa pari allo 0,5%.
Gli italiani sembrano tagliare il più possibile di fatti l’unico mercato che “tiene relativamente” pare essere quello alimentare, sebbene tale tipo di spesa non abbia visto un sensibile calo si è altamente diversificata rispetto al passato.
Oggi le famiglie italiane si accontentano anche di cibo per così dire non di alta qualità è questo è confermato da un numero sempre più crescente di consumatori che si rivolgono ai discount dove le vendite aumentano del 3,4%, a discapito di supermercati che vedono un decremento delle vendite pari al -0,6% e degli ipermercati con una diminuzione pari al -2,5%.
Pare che il bonus Renzi non abbia sortito gli effetti sperati, nere le costatazioni e le previsioni del presidente del Codacons che così si pronuncia:
“I cali, dunque, si aggiungono ad altri cali, uccidendo il settore del commercio, portando i negozi al fallimento e alimentando la disoccupazione. I commercianti non potranno nemmeno fare affidamento sulle spese di Natale, per le quali le famiglie italiane prevedono una contrazione media dei consumi del -5%. Servono misure ad hoc per far riprendere le vendite e creare occasioni di acquisto, importando in Italia le iniziative in favore del commercio attuate negli Stati Uniti, a Parigi o a Londra”.