L’Istat ha resi noti oggi i dati del suo report sulle prospettive dell’economia italiana nel triennio 2014–2016.
Il primo dato che viene messo in evidenza è quello sul nostro Pil: nel 2014 si prevede una diminuzione in termini reali dello 0,3%, seguita da una crescita nel 2015 e nel 2016 – rispettivamente +o,5% e +1%. A crescere saranno sia la domanda interna al netto delle scorte che le esportazioni.
Altri dati significativi sono quelli inerenti la spesa delle famiglie: notizie positive su questo fronte, con un aumento stimato dello 0,3%, complice la rinuncia al risparmio. Anche nel 2015 il dato cresce (+0,6%), per poi raggiungere, nel 2016 un aumento dello 0,8%. Questo trend è alimentato dalla crescita del reddito disponibile e dall’aumento dell’occupazione.
A proposito dell’occupazione, l’Istituto stima che nel 2014 il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,5%, mentre nel 2015 diminuirà leggermente (12,4%) per poi subire un miglioramento più incisivo nel 2016 (12,1% con una crescita delle unità di lavoro pari allo 0,7%). Insomma le politiche di stabilizzazione del mercato del lavoro inizieranno a produrre i propri effetti a partire dall’anno prossimo, quando le unità di lavoro passeranno dall’attuale -0,2% allo +0,2%.
Il report rappresenta, infine, la situazione degli investimenti. Anche in questo caso il dato è negativo per l’anno in corso: nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di accesso al credito e del costo del capitale, gli investimenti proseguiranno a diminuire (- 2,3%). Prospettive positive interesseranno, invece, il 2015 ed il 2016 (+1,3% e +1,9%)
Nel complesso, l’economia italiana sarà interessata da una ripresa lenta e graduale. Da gennaio l’economia si rimetterà in moto, ma l’effetto positivo potrebbe essere vanificato negli anni successivi se il Governo deciderà di aumentare l’Iva.
Non bisogna dimenticare, infine, che sulla nostra economia potrebbero incidere fattori esterni: il valore dell’ uro e le tensioni internazionali.