Il bonus 80 euro non sortirà alcune effetto positivo in quanto inghiottito dalle tasse.
Questo è quanto affermano Cisl e Caf Cisl, che richiamando l’attenzione sul bonus introdotto da Renzi, sottolineano come l’aumento dell’Iva e le addizionali Irpef, oltre che le accise, vadano ad incidere negativamente su quest’ intervento del Governo a sostegno delle famiglie italiane, rendendolo, di fatto, nullo.
L’occasione per esprimere tali osservazioni è stata la presentazione del rapporto “Tasse e imposte: tra governo e governi” – un’analisi delle dichiarazioni dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati della banca dati del Caf.
Il bonus fiscale, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, è a favore dei lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito tra 8.174 e 24 mila euro. Il bonus diminuisce per i redditi tra 24 mila e 26 mila euro. Secondo il rapporto Cisl a beneficarne sarebbero stati circa 8,6 milioni di famiglie italiane (che rappresenterebbero circa un terzo del totale delle famiglie italiane). Tuttavia se questa misura voleva essere d’aiuto agli italiani, insieme alle altre predisposte dal governo (come, ad esempio, le agevolazioni per le ristrutturazioni) essa è andata a scapito dei pensionati e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito (oltre all’ effetto azzerato dalla tassazione).
Annamaria Furlan – segretaria generale della Cisl – ha annunciato che verrà presentata dalla Cisl una proposta di riforma per un fisco equo. “Il bonus di 80 euro ha dimenticato incapienti e pensionati … La proposta della Cisl vuole realizzare un sistema equo e progressivo” ha detto la Furlan, concludendo: “la progressività deve essere applicata alla tassa sulla casa perché deve pagare di più chi ha grandi possedimenti immobiliari”.