Allarme criminalità, servono troppi soldi per combatterla e disincentiva gli investimenti nelle aree colpite, Visco sottolinea la necessità di un intervento tempestivo mediante delle misure urgenti di autoriciclaggio.
Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha espresso la sua preoccupazione per gli investimenti persi a causa della criminalità – all’ incirca 16 miliardi – esortando le istituzioni ad adottare misure urgenti a riguardo.
In occasione del convegno della Banca D’Italia avente ad oggetto il “Contrasto all’economia criminale, precondizione per la crescita economica”, Visco ha richiamato l’attenzione sull’importanza della legalità, di una regolazione efficace delle attività economiche e di una pubblica amministrazione efficiente.
In particolare, un ruolo cruciale è svolto dalla legalità: la criminalità organizzata, la corruzione e l’evasione fiscale influenzano negativamente non solo l’attività delle imprese, ma anche l’occupazione, la debolezza delle banche e, in generale, la crescita dell’economia. Riguardo l’entità del fenomeno, il Governatore ha affermato che l’Italia, in base ad un indice di percezione elaborato sulla base delle indagini svolte dal World Economic Forum, tra il 2003 ed il 2007 è al quarto posto in Europa; sale al terzo posto, invece, sempre in Europa se si considera l’ indicatore di corruzione elaborato da Transparency International.
La percezione del fenomeno è differente tra Nord e Sud Italia. Per quanto riguarda la localizzazione del fenomeno nel nostro Paese, è evidente che esso prevale nel meridione: infiltrazioni criminali e di corruzione nella conclusione di contratti pubblici provocano una distorsione nella distribuzione delle risorse pubbliche. Ne risente anche il settore delle assicurazioni (nel 2013 i premi più alti sono stati pagati in Campania, Puglia e Calabria) oltre che l’istruzione e la qualità degli amministratori locali. Tutte queste “influenze negative” nei molteplici settori coinvolti portano ad un unico risultato: il calo degli investimenti nelle aree interessate dal fenomeno.
Visco, sottolineando l’operato della Banca d’Italia ( che svolge un’importante funzione di vigilanza e di verifica antiriciclaggio) invoca quindi interventi urgenti rivolti alla prevenzione e alla repressione della criminalità: quest’attività deve coinvolgere le amministrazioni pubbliche, la legislazione (che deve essere adeguata ed incisiva), la giustizia civile,ed, infine, l’istruzione.
Il Sistema italiano è carente a riguardo,e già nel 2005 il Fondo monetario internazionale aveva richiamato più volte l’Italia ad introdurre deterrenti più severi. Attualmente il disegno di legge in materia (approvato già dalla Camera e all’ esame del Senato) prevede pene detentive per chi impiega proventi derivanti da attività illecite, con lo scopo di ostacolare l’identificazione del reato che si è compiuto.
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