Lo stress test si è concluso. La Bce ha pubblicato gli esiti degli esami condotti sulle principali banche europee. L’Italia non è andata bene. All’inizio, prima che venissero diffusi i dettagli, era parso che il sistema italiano avesse retto. Ma non è stato così: è vero che solo due banche sono state bocciate (Carige ed Mps) ma molte altro sono state rimandate.
Oggi, i principali attori del panorama finanziario italiano stanno facendo i conti con questi risultati. Nei fatti, è in corso uno scarica barile. L’indiziata numero è Bankitalia: dopotutto è compito suo sorvegliare lo stato di salute delle banche commerciali e fornire orientamenti laddove non vi è un orizzonte strategico in linea con gli obiettivi e con i tempi.
Bankitalia ha respinto le accuse e ha assegnato le responsabilità più gravi allo Stato. In breve, il massimo istituto finanziario del Paese rimprovera ai vari governi che si sono succeduti di non aver sostenuto dal punto di vista finanziario il sistema bancario, come invece è stato fatto un po’ dappertutto, anche in Germania. E’ quindi ovvio che in ottica stress test le nostre realtà partino svantaggiate.
Fabio Panetta, direttore generale di Bankitalia, si è lamentato proprio di questo: i criteri dello stress test hanno favorito la Germania.
Ciononostante, ammette che le prospettive per l’Italia non sono delle più rosee: “Se non torna la crescita e non si abbatte il rischio di credito sarà difficile avere un sistema bancario ben capitalizzato, a prescindere dai risultati dello stress test Bce”.