La Legge di Stabilità del 2015 ha ricevuto un accoglienza sia positiva che negativa. Sono in molti ad apprezzarla, ma di certo non mancano i detrattori. La stessa Unione Europa ha espresso alcune perplessità circa le capacità della manovra di non toccare il famoso tetto del 3%. I sindacati, invece, hanno criticato aspramente. In particolare la Camusso l’ha definita “recessiva”.
Il vero problema della manovra non sta negli articoli che la compongono, piuttosto nelle conseguenze che potrebbe provocare a livello locale.
Il ministro Padoan non ci ha girato intorno: “Le Regioni potrebbe alzare le tasse” ha dichiarato nel corso di una intervista radiofonica questa mattina. Il motivo è semplice: la Legge di Stabilità taglia sì le tasse, ma lo grazie a pesanti tagli alla spesa, e molti di questi non riguardano esclusivamente gli sprechi. Insomma, i trasferimenti alle Regioni saranno più esigui.
Padoan ha comunque specificato che i tagli ai trasferimenti sono stati concordati, dunque ampiamente previsti dalle amministrazioni regionali, che hanno avuto tutto il tempo di pianificare il proprio bilancio.
L’auspicio del ministro, che è poi la raccomandazione che il Governo ha avanzato alle Regioni, è che si agisca sul fronte della spesa e non delle tasse.
“La pressione sulle regioni non è ad aumentare le tasse, ma ad aumentare l’efficienza della spesa, perchè i margini ci sono e margini più grandi di efficienza si ottengono dando gli stimoli giusti a iniziare dal governo. Ci sono ampi margini di miglioramento per l’efficienza”.