“Grave recessione”. E’ questa la motivazione con cui il Governo ha rinviato il pareggio di bilancio. Non è una dichiarazione dell’esecutivo, quella arriverà tra almeno una settimena. E’ l’opinione della Banca d’Italia. Il massimo istituto finanziario del Paese si è sentito in dovere queste mattina di esprimere la sua idea a riguarda. Si tratta di una mossa strategica, di un modo per dire a Bruxelles che le istituzioni sono d’accordo con la scelta del Governo.
In una nota si legge: “Viene confermato l’impegno a mantenere il disavanzo entro il 3% del prodotto, ma sia il percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine sia quello di riduzione del debito subiscono un rallentamento. L’indebitamento netto del 2015 viene accresciuto di 0,7 punti percentuali del prodotto, al 2,9%. Data l’eccezionale durata e profondità della recessione, le scelte del Governo appaiono motivate“.
Queste parole sono frutto della parziale bocciatura che la Legge di Stabilità ha subito a opera della Commissione Europea. Come tutte le manovre, anche questa ha dovuto subire un attento esame da parte delle istituzioni comunitarie. Tale giudizio era stato ampiamente preventivato, quindi il “mezzo no” non ha scosso particolarmente l’ambiente.
I problemi potrebbero sorgere qualora Bruxelles non accettasse le motivazioni che il Governo consegnerà entro pochi giorni. In quel caso si aprirà una sorta di contenzioso, definito dalla parti ottimisticamente come “collaborazione”. La prospettiva peggiore è quella di una riscrittura della legge, che avverrebbe quindi sotto dittatura dell’Unione Europa. Una specie di commissariamente sotto mentite spoglie, presumibilmente all’insegno dell’austerity e della più ferre disciplina di bilancio.