Legge di Stabilità 2015 da 30 miliardi con la quale Renzi prevede misure con le quali le tasse scenderanno nel complesso di 18 miliardi.
All’assemblea di Confindustria tenutasi a Bergamo, presso la fabbrica della Persico a Nembro, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha annunciato una serie di misure finalizzate ad attuare una manovra che prevede una spending review di 16 miliardi. Il premier ha affermato che “è la prima volta che si tenta questa strada: togliamo l’articolo 18 per i primi tre anni ma diamo incentivi e il contratto a tempo diventa vantaggioso”.
La manovra prevede sgravi per i neoassunti da attuare mediante la totale eliminazione dei contributi per le assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato. Renzi ha aggiunto poi che: “Dieci miliardi serviranno per finanziare in modo stabile il bonus di 80 euro. 500 milioni per la detrazione fiscale per le famiglie. Il resto andra’ per 6,5 miliardi all’abolizione della componente lavoro dell’Irap“.
Ulteriori misure saranno rivolte a favore dei Comuni: mediante le riforme programmate gli enti locali si ritroveranno 1 miliardo di euro. Anche il Tfr rimane al centro dell’attenzione della politica del Governo, Renzi infatti ha esordito a tal proposito che: “Vogliamo consentire a chi vuole di lasciare il Tfr su base mensile nelle aziende e cerchiamo un accordo con le banche per un’operazione di sostegno alle piccole e medie imprese”. A
ltro tema che è stato affrontato è stato quello del Fiscal compact. Infatti il Presidente della Lombardia Roberto Maroni, rammentando che lo stesso Renzi aveva definito il Fiscal compact stupido, gli ha chiesto di eliminarlo relativamente alle regioni e ai comuni virtuosi. A tale richiesta il Premier ha ribadito che egli rimane di tale opinione, ma il patto va rispettato per garantire la credibilità del nostro Paese nei confronti dell’Europa. Queste le parole del premier a riguardo: “ A me non piace il Fiscal compact, ma siccome è stato votato da forze politiche di tutti i colori, io non posso oggi dire ‘faccio come mi pare’. Posso dire dal 3% arriviamo al 2,9%, per liberare 11,5 miliardi“.
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