La Bce diramerà il 26 ottobre i risultati degli stress test condotti nei confronti delle banche commerciali. Gli istituti di mezza Europa sono sotto esame da qualche mese, da quando l’European Banking Authority (Eba) ha iniziato ad analizzare lo stato di salute della finanza europea.
Quali conseguenze avranno i risultati del test?
Il giudizio avrà delle conseguenze precise. Una volta ricevuto il verdetto della Bce, le banche avranno due settimane di tempo rimediare. Nello specifico, dovranno presentare un programma di risoluzione delle criticità, da sottoporre ovviamente all’Eba (che ha sede a Londra).
I numeri dei test sono imponenti. Gli istituti passati ai raggi x sono circa 150; ognuna di queste ha inviato all’Autorità qualcosa come 12.000 dati.
Il nuovo corso porterà secondo l’Eba avrà parecchi benefici. Nel comunicato infatti si legge: “i risultati forniranno una visione del sistema bancario della Ue con un livello di trasparenza senza pari”.
Non sono in pochi però ad aver rintracciato degli svantaggi in questo complesso sistema di valutazione. Nello spirito del detto “quando il gatto non c’è i topi ballano”, la presenza della Bce (sottoforma di Eba) nel ruolo di controllare, renderà ancora più prudenti le banche. E prudenza, in un periodo di crisi come questo, vuol dire credit crunch.
Insomma, come al solito il rischio è che gli istituti, nella paura di rimanere scoperti eviteranno il più possibile di prestare denaro a famiglie e imprese. Una certa prudenza, d’altronde, è stata registrata qualche settimana fa in occasione dell’asta Ltro. Le banche hanno cercato di non mostrarsi avide, e quindi bisognose di denaro, nella paura di dimostrarsi “poco in forma” al cospetto della Bce, e quindi dell’Eba.