Sergio Marchionne è più di un imprenditore. Con tutti i suoi pregi e difetti, è un guru dell’economia. E’ normale, dunque, che qualsiasi opinione esprima sulla situazione economica e sulle prospettive future venga accolta con maggiore attenzione.
L’ultimo pulpito dal quale l’ad di Fiat ha esposto le sue idee è stato un evento dell’IIE, Instistute of International Event, durante il quale lo stesso Marchionne è stato insignito di un premio.
L’abbruzzese ha parlato dell’economia italiana e delle speranze di crescita. Il suo commento si è rivelato agrodolce, in quanto è sì partito da una speranza, ma si è concluso con una inquietante ammissione di incertezza.
“Sono certo che l’Italia ce la farà, ma non so quando“.
Queste parole fanno il paio con gli ultimi studi diffusi dall’Ocse e da S&P. Queste prospettano per l’Italia un altro periodo nero: anche il 2014 chiuderà senza crescita. Secondo l’Ocse ci sarà un arretramento del Pil nell’ordine dello 0,4%, mentre l’agenzia di rating parla di stagnazione.
Marchione, consapevole della tragicità della situazione italiana, ha proposto una sua personale ricetta, che poi tanto personale non è. Lui stesso la definisce “americana”, poiché si basa sulle soluzioni messe in campo dagli Stati Uniti fin dall’inizio della crisi. Essenzialmete, l’ad di Fiat propone una cura a base di investimenti, anche e soprattutto pubblici, e soprattutto di defiscalizzazione del lavoro.
Importante anche l’elemento innovazione. Da questo punto di vista Marchionne crede che l’Italia, nonostante le sue “rigidità” sia una realtà matura per accogliere le migliori tecnologie americane e creare così competitività per le proprie imprese.