Settembre 2014 sotto la pioggia e carico di tristezza, soprattutto per quei negozianti costretti ad abbassare definitivamente la serranda. A quanto pare molti hanno approfittato della chiusura per ferie per non riaprire mai più. I saldi estivi si sono rivelati un flop, le tasse aumentano e i consumi non decollano. Questa l’attuale imbarazzante situazione economica italiana. Così la crisi non accenna a placarsi e i dati di Confesercenti non fanno che confermarlo.
Il report di luglio e agosto della Confesercenti mostra che per ogni nuova impresa nata due sono costrette a chiudere. Il dato sconcertante non si ferma qua, perchè un’impresa su quattro non riesce a superare i 3 anni di vita. Ma a chiudere sono tante attività ventennali per le quali abbassare la serranda si rivela un grosso fallimento personale.
A giugno 2014 più del 40% delle attività aperte nel 2010 (cira 27mila imprese) sono state costrette a chiudere bruciando investimenti per 2,7 miliardi di euro. Secondo Confesercenti, nei primi 6 mesi del 2014, il settore nel suo complesso ha perduto circa 2,2 miliardi di euro di fatturato.
I settori che risentono maggiormente della crisi sono i ristoranti, il commercio in sede fissa, i negozi di sigarette elettroniche, l’abbigliamento edicole e librerie. Aumenta solo il commercio ambulante mentre è stabile quello on line.