L’Agenzia delle Entrate ha recente cambiato “gestione”. Attilio Befera, noto per il suo immobilismo, è stato sostituito da Rossella Orlandi. Il suo interventismo è risultato evidente fin dai primi giorni dal passaggio di consegne. Di certo la nuova presidente ha le idee molto chiare. Tra queste, spicca il disincentivo ai contanti. L’obiettivo è uno: combattere l’evasione fiscale e far emegere l’economia sommersa.
La soluzione sarebbe dunque l’utilizzo intensivo della moneta elettronica da parte dei contribuenti.
Ecco cos’ha dichiarato la Orlandi nel corso di una audizione alla Commissione Bicamerale per l’Anagrafe Tributaria: “il contante in quanto mezzo anonimo e non tracciabile alimenta le possibilità di sviluppare comportamento non leciti, di conseguenza la riduzione del contante rappresenta una delle chiavi per la lotta all’evasione”.
La strada da percorrere è ancora lunga. In Italia l’utilizzo del contante è ancora prioritario. Secondo alcuni dati presente nel database dell’Agenzia delle Entrate, l’82% del denaro viene scambiato in contanti. Analogamente, le transazioni “non elettroniche” rappresentano il 67%.
La Orlandi è dell’idea che si debba procedere come negli altri paesi, ossia promuovere incentivi concreti – quindi sottoforma di benefici – all’utilizzo el contante. “una delle principali azioni utilizzate all’estero per contrastare il sommerso è stata il riconoscimento di un incentivo all’utilizzo delle carte di pagamento (carte di credito, carte di debito e carte prepagate)”.
Un’altra misura in cantiere è il varo di norme che sanciscano l’obbligo di produrre fatture elettroniche. In questo modo, sempre secondo il presidente dell’Agenzia delle Entrate, non solo sarà compiuto un passo in avanti nella lotta all’evasione fiscale ma si sarà migliorato il rapporto tra Stato e contribuenti.