Il peggioramento del quadro economico ha posto in essere molti interrogativi sulla prossima legge di stabilità. Mantenere il rapporto deficit-Pil sotto il 3% sarà, almeno per quest’anno, più difficile del previsto.
La soluzione più comoda sarebbe quella messa in campo da qualche anni a questa parte: una classica manovra lacrime e sangue. Tagli ai servizi e nuove tasse. Certo, tutto ciò causerebbe molti problemi politici al Governo Renzi, che fonda la sua popolarità sulla discontinuità con i passati esecutivi.
Una delle ipotesi che desta più timore è l’aumento dell’Iva. Secono molti analisti – e secondo anche il buon senso – una misura del genere darebbe il colpo di grazia ai consumi e quindi alle speranza di crescita per l’intera economia. In breve, si sacrificherebbe il Pil sull’altare della disciplina fiscale.
Questa mattina Padoan ha fugato ogni dubbio: l’Imposta sul Valore Aggiunto non verrà aumentata semplicemente perché la leva fiscale, almeno per ora, non sarà presa in considerazione. Ci si concentrerà sul taglio alla spesa pubblica.
“Quando ci impegniamo a ridiscutere 20 miliardi su 800 stiamo toccando a stento il 3% della spesa. Può darsi che alcune voci siano allocate in maniera diversa. Non ci saranno tagli sociali”.
Il ministro ha quindi voluto rispondere anche a quelle associazioni che hanno paventato scioperi in caso di tagli. Il pensiero è al Sistema Sanitario Nazionale: i sindacati hanno reagito molto male alla notizia di possibili tagli.
Un’altra notizia rilevante è la conferma del bonus degli 80 euro. Certo, il nodo delle coperture non è ancora stato sciolto, dunque la certezza non c’è nemmeno in questo caso.