La Banca Centrale Europea ha pubblicato questa mattina il bollettino di settembre. Abbondante spazio è stato dedicato all’Italia, purtroppo con conclusioni poco rosee per il nostro paese. In particolare, desta stupore lo scetticismo della Bce sulla possibilità che il Governo Renzi riesca a centrare il target di bilancio.
Il presidente del Consiglio ha più volte rassicurato Draghi sul raggiungimento dell’obiettivo “2,6%” del rapporto deficit-Pil. Un risultato che, se conseguito, catapulterebbe l’Italia nel gota dei paesi virtuosi, almeno in fatto di disciplina di bilancio (il tetto è del 3% ma pochi paesi riusciranno e non sforarlo).
Nel bollettino, però, si specificano anche i motivi di questo fallimento. In estrema sintesi, la colpa non è dell’esecutivo – almeno non indirettamente – bensì della congiuntura economica, tornata qualche mese fa nuovamente negativa. Se infatti il Pil non cresce, o cresce meno rispetto alle attese, il deficit si alza per una questione puramente matematica (perché sta al numeratore).
La doccia fredda per il Governo Renzi è arrivata da queste parole, presenti nel bollettino: “Si confermano i rischi sul raggiungimento da parte del target di deficit rispetto al pil nel 2014, previsto al 2,6%, soprattutto alla luce di un andamento congiunturale peggiore del previsto”.
Cosa consiglia Draghi? Da questo punto di vista, non si registrano soprese. Le raccomandazioni si limitano al rispetto dei vincoli di bilancio e all’aggiornamento delle politiche fiscali. Detta in parole povere, Renzi sarà costretto ad alzare le tasse o a procedere con una più drastica riduzione della spesa. Dal momento che la seconda alternativa richiede molto più tempo, è probabile che il presidente del Consiglio opti per la prima strada.