I debiti Pa, ossia quelli che la pubblica amministrazioni vantano nei confronti delle imprese, rappresentano una delle tante vergogne nazionali. Sono migliaia le imprese che ancora oggi devono essere pagate da Comuni, Stato, Regioni a cui hanno prestato un servizio. D’altronde, i pagamenti in Italia avvengono a 190 giorni o più. Questa lentezza ha causato la chiusura di molte aziende virtuose.
Letta prima e Renzi poi hanno cercato di risolvere la questione stanziando decine di miliardi. L’ammontare del debito era stato stimato in 90 miliardi. Ad oggi, ne sono stati pagati solamente 32.
Un risultato che, almeno numericamente, appare misero ma che comunque fa cantare vittoria il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Nella conferenza stampa post-Eurogruppo, il braccio destro di Renzi ha spiegato il motivo della sua soddisfazione.
In primo luogo, la cifra dei 90 miliardi non era veriteria, bensì un’approssimazione che poi si è fortunatamente dimostrata eccessivamente pesante. I debiti Pa, al momento dello stanziamento dei fondi per il pagamento, ammontava a 52 miliardi. Da questa prospettiva, dunque, sono stati riscossi dalle imprese circa il 60% del dovuto.
Il resto verrà riscosso presto. Se ancora oggi mancano all’appello 20 miliardi la responsabilità non è dello Stato, bensì della necessità di alcuni amministratori e degli imprenditori stessi a familiarizzare con il meccanismo di riscossione.
Questa la conclusione di Delrio: “Il problema che abbiamo risolto e’ questo: che un imprenditore che ha un credito verso la Pa puo’ andare in banca e farselo certificare e incassarlo. E’ possibile che vi siano problemi di non informazione fra la classe imprenditoriale, di ritardi del sistema bancario o di malfunzionamenti. Ma non c’e’ piu’ nessun dubbio che ogni imprenditore possa andare a riscuotere quello che gli e’ dovuto”.