Le parole di Draghi al forum delle banche centrali sono state interpretate come una netta apertura alle politiche monetaria ultra-espansiva e, soprattutto, al Quantitative Easing, strumento che permette di “stampare moneta”. Un bel cambi di passo, quello del numero uno della Bce, in grado di imprimere una sterzata ai mercati.
La Germania, però, non ci sta. In attesa di contrastare Draghi nelle sedi opportune, si accontenta di fargli la guerra mediaticamente. Ovviamente si parla di attacchi al fioretto, con toni morbidi, eppure il contenuto delle dichiarazioni tedesche non è fraintendibile.
Oggi è intervenuto il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schuable. In un’intervista a un giornale locale, il politico ha dichiarato che le interpretazioni fin qui diffuse non corrispondono alla verità. Non è vero che Draghi ha rinnegato l’austerity. Schauble non nutre dubbi in proposito, anche perché è convinto di essere un amico del presidente della Bce e di conoscerlo molto bene.
Per il resto, il ministro si è lanciato nel solito elogio alla disciplina di bilancio e quindi al rigore: “La necessità di mantenere i conti in ordine è la lezione più grande che abbiamo appreso dalla crisi dei debiti sovrani”.
All’austerity va però aggiunto l’approccio riformista: “Abbiamo bisogno di riforme strutturali in Germania e in Europa per assicurare la nostra competitività”.
Il tutto mentre l’Europa sta scivolando in una spirale deflazionistica proprio a causa delle politiche di austerity. Se n’è accorto, seppur tardivamente, anche il Fondo Monetario Internazionale, protagonista di alcuni moniti riguardanti il calo dei prezzi al consumo.