L’Istat ieri lo ha certificato: l’Italia è in recessione. Il Pil del secondo trimeste ha fatto segnare, sul primo, uno sconfortante -0,2%. Un dato, questo, che va oltre le più pessimistiche aspettative. A inizio anno si temeva di dover parlare, una volta giunti ad agosto, di economia ristagnante o di crescita troppo bassa, non di recessione.
Un risultato pessimo, che rischia di far crollare il castello (di carte?) costruito dal Governo Renzi.
Proprio nelle ore successive alla comunicazione dell’Istat sono state registrate dichiarazioni degli esponenti di Governo che invitano alla calma e altre che, addirittura, incitanoall’ottimismo. Un ottimismo che può apparire fuoriluogo alla luce della situazione attuale ma che potrebbe nascondere invece un asso della manica. Perché il Governo è così “tranquillo”? Si tratta di un bluff o c’è veramente qualcosa dietro?
Il pericolo più grande è quello di dover intervenire con una nuova manovra per scongiurare il superamento del tetto del 3% deficit-Pil. Un evento, questo, che in caso di recessione è matematicamente compromesso (proprio perché il denominatore del rapporto è il Prodotto Interno Lordo).
A tal proposito è intervenuto il vicepremier Graziano del Rio, rivelando in parte l’asso nella manica (se può essere definito tale) del Governo. In buona sostanza, l’esecutivo nei suoi calcoli iniziali ha volutamente sottostimato un parametro, in modo che in caso di emergenza potesse essere utilizzato per tappare i buchi. Adesso che il buco è quasi una certezza, Del Rio ha rivelato da dove viene il tesoretto: la lotta all’evasione fiscale, che frutterà 2 miliardi in più del previsto. Basteranno per scongiurare il rischio manovra?