A inizio anno tutti i policymaker giuravano che sarebbe stato l’anno buono. Dopo cinque anni di recessione, la crescita. Certo, non a livello dei paesi emergenti, ma comunque una crescita moderata la cui onda sarebbe stata cavalcata per far prendere il volo all’economia italia. Le previsioni però si sono rivelate ottimistiche e il presente è più oscuro di quanto si fosse immaginato qualche mese fa.
A dirlo non è il grillino di turno, ma il ministro dell’Economia Padoan, che in una conferenza stampa ha espresso tutta la sua amarezza. “La situazione dell’economia italiana è meno favorevole di quello che speravamo a inizio dell’anno e questo incide sulla crescita e sui conti pubblici di tutti i Paesi”.
Non solo la crescita latita, ma persino la disciplina di bilancia sta diventando una chimera.
Padoan ha rilanciato il duplice obiettivo della crescita e del rispetto dei conti pubblici. Forse proprio questo è il problema. Secondo le teorie keynesiane dell’economia, che hanno caratterizzato il XX secolo, in una situazione di post-crisi, non è possibile seguire un percorso di crescita e uno di bilancio allo stesso tempo. E’ un po’ come chiedere di avere la botte piena e la moglie ubriaca. L’errore di fondo che i policymaker hanno commesso in questi anni è proprio questo, anche per quel che riguarda l’economia italiana.
Sono in molti a pensare che il Governo Renzi si gioca la sopravvivenza su questo punto. Sicuramente a rischiare è Padoan. Brunetta ha rivelato un retroscena: il ministro, alla luce di questi risultati negativi, potrebbe presto dimettersi. Sarebbe un gettare la spugna ma anche un’ammissione esplicita dei propri errori.