Fin dall’anno scorso tv e giornali ci avevano riempito le orecchie con il mantra della crescita. Finalmente, dopo anni di recessione e di aumento della disoccupazione, il 2014 sarebbe stato l’anno buono per l’economia italiana. Le stime, nel momento del massimo ottimismo, parlavano addirittura di un incremento del Pil vicino al 2%.
Alla luce di tutto questo, i dati sul secondo trimestre rappresentano una vera e propria doccia gelata. Per tutti: dai semplici cittadini agli amministratori, che adesso devono rendere conto delle dichiarazioni dei mesi passati. Non basterà, in primo luogo a Renzi, giustificare la nuova entrata in recessione dell’Italia, con la banale giustificazione del “stanno tutti male” (anche la Germania).
E’ palese che sia arrivato il momento di dire la verità. Le condizioni ci sono, anche perché le elezioni sono lontane e non si avverte il bisogno di spingere con la propraganda. Ad aprire le danze è stato Padoan, ministro dell’Economia, seppur in un’emittente straniera.
Alla radio della Bbc, Padoan ha rivelato una triste verità: la crescita, se ci sarà, sarà tra due anni. E’ questo il tempo necessario affinché le misure – seppur timidamente – espansive del Governo Renzi facciano il loro effetto. Per una volta, poi, i celebri 80 euro non sono stati nemmeno nominati, come a voler confessare che quella misura è stata varata solo a fini elettorali.
“Sfortunatamente, e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevamo una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto“.