La crisi è alle spalle? Affermarlo con certezza sarebbe un azzardo. Eppure si stanno registrando i primi segnali positivi che suggeriscono che sì, un minimo di ripresa sta per coinvolgere l’economia dell’Italia. Certamente è troppo poco, pochissimo per sperare di recuperare in tempi brevi il terreno perduto in cinque e più anni di crisi. Eppure, c’è qualche dato che infone speranza.
Come, per esempio, quelli pubblicati dall’Istat sui consumi e sulla pressione fiscale.
Nel suo ultimo rapporto, il massimo istituto di ricerche statistiche italiano avverte che la spesa delle famiglie è in aumento e la pressione fiscale (limitata a certe condizioni) sta invece diminuendo.
Nello specifico, la spesa delle famiglie è aumentata dello 0,2% sia sullo stesso periodo dell’anno precedente, sia sul primo trimestre dell’anno in corso. Può sembrare una progressione minima, quasi risibile, ma va tenuto conto di un fatto: era dall’ultimo trimestre del 2011 che la spesa delle famiglie faceva registrare prestazioni negative.
Il potere di acquisto è diminuito “nominalmente” dello 0,6%. Per effetto dell’inflazione (addirittura negativa se si prende in considerazione una parte del paniere) questa percentuale scende allo 0,1%.
La pressione fiscale si attesta invece al 38,5%. E’ un dato che cotraddice i numeri di cui si sente generalmente parlare (tutti sopra il 45%) ma va considerato un aspetto importante: la pressione fiscale presa ad esame dall’Istat riguarda i primi sei mesi dall’anno, i quali di solito sono caratterizzati da un carico contributivo minore rispetto alla restante parte dell’anno (nella quale si accumulano molte scadenze). Questo meccanismo spiega il dato del 38,5%.