Queste sono le sconcertanti cifre del passaggio dalla vecchia Ici all’Imu più Tasi: dai 9 miliardi del 2011 siamo passati a 25 miliardi del 2014. La denuncia arriva dall’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, che non dimentica di rilevare la presenza di fortissime sperequazioni territoriali, causate anche dall’autonomia dei comuni nel decidere gli eventuali sconti e le aliquote delle tasse.
Se il mercato sopravvive è merito in gran parte delle ristrutturazioni edilizie, trainate dagli incentivi: questo settore ha fatto registrare lo scorso anno un giro d’affari di 22,9 miliardi di euro e di 8,2 miliardi nei primi quattro mesi di quest’anno; in totale, la riqualificazione del patrimonio abitativo italiano ha registrato un’espansione del 20%, anche grazie al risparmio energetico (su SosTariffe.it trovate le offerte più convenienti per forniture di gas ed elettricità).
Secondo Paolo Buzzetti, presidente Ance, «l’edilizia può dare un contributo alla crescita del Paese ma deve essere messa in condizioni di farlo, altrimenti chiudiamo».
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