L’Italia sta piano piano scivolando in una situazione di povertà diffusa. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Istat, realizzata sulla falsa riga di uno studio della Caritas, che è stata la prima a sollevare il problema in termini di emergenza sociale.
In Italia, il 10% dei cittadini versa in una situazione di povertà assoluta, ossia non riesce a fruire beni e servizi in grado di garantire una vita dignitosa. Sono 6 milioni di persone.
La percentuale sale al 16,6 (10 milioni di individui) se si considerano anche le persone in stato di povertà relativa, che mette in rapporto la capacità di spesa di un individuo con quella della media della popolazione.
Questi numeri sono frutto di un peggioramento significativo del quadro rilevato nel 2012. I poveri assoluti nel 2012, infatti, si attestavano intorno al 7,8 %.
A incidere sui dati è l’aumento esponenziale dei poveri al sud. Nel mezzogiorno, i poveri assoluti rappresentano il 12,7% della popolazione, mentre i poveri “relativi” rappresentano addirittura il 19%.
L’Istat ha pubblicato anche un commento sull’operato del Governo rispetto a questo gravissimo problema. In estrema sintesi, gli 80 euro di Renzi hanno fatto poco o nulla, anche perché, su un versante completamente diverso, i cittadini si sono visti decurtare i contributi pubblici. Quelli locali, infatti, sono diminuiti in un anno del 6%.
Non rimane che sperare nelle politiche che stanno per essere messe in campo dall’Europa e in particolare dalla Bce. Liquidità per famiglie e imprese e, soprattutto, misure atte a frenare la disinflazione, che ad oggi rappresenta uno dei freni più significativi per la crescita economica dell’Italia ma anche del resto del continente.