L’evasione fiscale è uno di quei temi che stazionano permanentemente nell’agenda politica, senza mai – purtroppo – giungere a uno sviluppo preciso e in grado di risolvere le criticità. Molti governi hanno dichiarato la guerra agli evasori fiscali ma quasi sempre si sono dovuti arrendere di fronte a una marea di veti incrociati (di natura politica) o di fronte alle mille difficoltà che una risoluzione comporta.
Da questo punto di vista, fanno ben sperare le parole di Padoan, ministro dell’Economia, che ha tracciato un percorso di intervento proprio oggi, 18 giugno, nel corso di una conferenza pubblica.
Qual è la novità introdotta dal ministro rispetto ai vari annunci fatti in passato dai suoi predecessori? Semplicemente, oltre a ripetere la raccomandazione della lotta a tutto campo, ha inaugurato un nuovo corso circa il rapporto tra contribuente e il fisco. La parola d’ordine è questa: “sconfiggere gli evasori, premiare i cittadini onesti“.
Questo l’obiettivo imposto da Padoan: “Rendendo più semplice e trasparente e alimentando la fiducia reciproca e rendendo più efficiente la macchina statale, l’incremento del livello di adesione spontanea agli obblighi tributari dei contribuenti”.
Per raggiungere questo risultato finale, occorrerà però contrastare gli evasori a tutti i livelli, persino quelli definiti come “pesci piccoli”, e che fino ad adesso di ritenevano al sicuro. Certo, ciò si incrocia con un altro tema, quello dell’evasione di sopravvivenza, ma evidentemente il ministro non ha ritenuto importante fare specificazioni a riguardo.
“Bisogna reprimere ogni forma di evasione serve un nuovo approccio, non singoli interventi“.